Il Sole 24 Ore. Solo il 10%. Tanto incidono sui costi fissati dal governo per “quota 100” i risparmi derivanti dalla stretta alle rivalutazioni delle pensioni all’inflazione e i tagli sugli assegni più elevati. Il calcolo è reso possibile dai nuovi numeri scritti nella relazione tecnica al maxiemendamento che il Senato si appresta a votare. E va subito detto che si tratta di un calcolo al netto dei trasferimenti, ancora non noti, per le cosiddette “pensioni di cittadinanza”.
Nel primo anno di applicazione “quota 100”, che è prevista partire in aprile (ottobre per gli statali) per una platea di circa 315mila lavoratori, dovrebbe innescare 4 miliardi di nuova spesa previdenziale. Nello stesso anno i tagli orizzontali sugli assegni superiori ai 100mila euro lordi (5mila al mese al netto dell’Irpef e senza considerare le addizionali locali) dovrebbero invece garantire risparmi netti per 76,1 milioni. Sempre limitando i conti al 2019, la nuova perequazione determina rispermi per 253 milioni, per un totale di 329 milioni, meno del 10% della maggiore spesa per le anzianità.
Le pensioni più elevate, che interessano circa 24mila persone, sono colpite in due modi: con il prelievo di solidarietà quinquennale che va dal 15 al 40% a seconda della fascia di reddito pensionistico, e dal “raffreddamento” dell’indicizzazione ai prezzi al consumo, che si riduce al 40% per la parte dell’assegno superiore a nove volte il minimo (circa 4.500 euro netti al mese). Dalla nota tecnica del maxiemendamento emerge che i pensionati sopra i 500mila euro lordi sono attualmente 23.
Secondo la Nota di aggiornamento al Def (Nadef) l’anno prossimo, a legislazione invariata, la spesa per pensioni avrebbe dovuto crescere del 2,2% a 274 miliardi, per arrivare a 292 miliardi alla fine del triennio (+8,5%). Numeri destinati a salire con l’operazione “quota 100”, che si dovrebbe chiudere nel 2021 per poi lasciare spazio, nelle intenzioni dell’esecutivo, al decollo di “quota 41”, ovvero il nuovo anticipo generalizzato a prescindere dall’età. Nella maggiore spesa, che sarà verificata d’intesa con la Ue in aprile in occasione del varo del Def, in luglio in una sezione speciale, e in settembre, con il varo della nuova Nadef, saranno comprese anche le maggiorazioni per le “pensioni di cittadinanza” e gli aumenti annunciati alle pensioni di invalidità. «Ho visto che i pensionati d’oro sono arrabbiati e vogliono fare ricorso: dicono che si erano abituati ad un tenore di vita, se ne facciano una ragione, visto che quelle pensioni d’oro le hanno pagate i pensionati minimi in questi anni» ha affermato ieri il vicepremier, Luigi Di Maio. Mentre l’altro vicepremier, Matteo Salvini, ha fatto notare che «ci sono più di 20 miliardi nel triennio per smontare la legge Fornero. Da zero a venti miliardi – ha sottolineato – E grazie a questa manovra 500mila italiani potranno scegliere di andare in pensione prima».
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