Donne e uomini in pensione a 67 anni entro il 2026, riforma del lavoro con licenziamenti più facili in presenza di stati di crisi, dismissione del patrimonio pubblico con ricavi attesi di 5 miliardi. Quanto alle dinamiche di competitività e concorrenza dovrebbero essere favorite aumenta
ndo i poteri dell’Antitrust, provvedimento atteso entro il primo trimestre del 2012. Sono alcuni degli impegni del governo italiano contenuti nella missiva consegnata a Bruxelles per il vertice dei capi di Stato e di governo (LEGGI il testo integrale), impegni che sembrano aver ottenuto una buona accoglienza dai partner europei: secondo indiscrezioni diffuse nella tarda serata, il documento conclusivo del vertice conterrà l’approvazione per le misure su cui si è impegnato il governo italiano. Molto negativo, invece, il parere delle opposizioni in Italia, approvazione dal principale alleato Umberto Bossi. La lettera del governo italiano con le misure economiche da adottare per fare fronte alla recessione è composta di 16 pagine e divisa in 5 capitoli. Si apre e si chiude in maniera molto colloquiale: «Caro Herman, caro Josè Manuel», esordisce Berlusconi rivolgendosi a Van Rompuy e Barroso. Per poi concludere, migliaia di battute più avanti: «Un forte abbraccio, Silvio».
IL «TIMING» E LE CONTROMISURE – L’Europa chiedeva un «timing» all’Italia. Nella lettera i tempi indicati sono questi: piano crescita entro il 15 novembre, quattro direttrici di intervento nei prossimi 8 mesi. In ogni caso l’esecutivo si impegna a monitorare l’andamento dei conti pubblici e «qualora il deterioramento del ciclo economico dovesse portare a un peggioramento nei saldi il governo interverrà prontamente». Come? «L’utilizzo del Fondo per esigenze indifferibili – viene spiegato nella lettera – sarà vincolato all’accertamento, nel giugno del 2012, di andamenti dei conti pubblici coerenti con l’obiettivo per l’indebitamento netto del prossimo anno». Sempre nel testo viene evidenziato come «l’Italia ha sempre onorato i propri impegni europei e intende continuare a farlo» e si ricorda la manovra da 60 miliardi che dovrebbe contribuire a far raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013, «con un anno di anticipo rispetto a quanto richiesto dalle istituzioni europee».
LE PENSIONI – Entrando nel dettaglio delle principali voci, la lettera spiega che «grazie al meccanismo di aggancio dell’età pensionabile alla speranza di vita introdotto nel 2010» è possibile prevedere che «il requisito anagrafico per il pensionamento sarà pari ad almeno 67 anni per uomini e donne nel 2026». «Nella attuale legislatura – fa notare Roma – la normativa previdenziale è stata oggetto di ripetuti interventi che hanno reso a regime il sistema pensionistico italiano tra i più sostenibili in Europa e tra i più capaci di assorbire eventuali choc negativi».
LICENZIAMENTI «FACILI» – Viene poi ipotizzata una più agile gestione delle procedure di mobilità dei lavoratori. «Entro maggio 2012 l’esecutivo approverà una riforma della legislazione del lavoro funzionale alla maggiore propensione ad assumere e alle esigenze di efficienza dell’impresa, anche attraverso una nuova regolazione dei licenziamenti per motivi economici nei contratti di lavoro a tempo indeterminato». Il governo interverrà poi nella pubblica amministrazione e renderà effettivi «con meccanismi cogenti/sanzionatori: la mobilità obbligatoria del personale; la messa a disposizione (Cassa integrazione) con conseguente riduzione salariale e del personale; superamento delle dotazioni organiche.
LE LIBERALIZZAZIONI – «Entro il 1° marzo 2012 saranno rafforzati gli strumenti di intervento dell’Autorità per la Concorrenza per prevenire le incoerenze tra promozione della concorrenza e disposizioni di livello regionale o locale. Verrà generalizzata la liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali in accordo con gli enti territoriali». Le principali disposizioni riguardano i settori della distribuzione dei carburanti e della Rc auto.
ZONE A «BUROCRAZIA ZERO»?- Per migliorare l’efficienza e favorire la crescita, il governo punta poi ad incentivare al costituzione delle «zone a burocrazia zero» in tutto il territorio nazionale in via sperimentale per tutto il 2013, «anche attraverso la creazione dell’Ufficio Locale dei Governi quale autorità unica amministrativa che coinvolgerà i livelli locali di governo in passato esclusi».
LE RIFORME ISTITUZIONALI – La missiva contiene poi un’indicazione sulle principali riforme istituzionali che la maggioranza intende promuovere. Si parla di diversi disegni di legge che porteranno tra l’altro ad una riduzione del numero dei parlamentari, ad una agevolazione della partecipazione giovanile alla vita politica, all’abolizione delle province. Si fa poi riferimento alla riforma degli articoli della costituzione relativi alla libertà di iniziativa economica e alla tutela della concorrenza, nonchè alla riforma della pubblica amministrazione in funzione della valorizzazione dell’efficienza e del merito. Viene poi ricordato il proposito di introdurre in Costituzione il vincolo del pareggio di bilancio.
INCONTRO A TRE – Prima dell’inizio della riunione dei ventisette leader si è tenuto un incontro a tre durato circa un quarto d’ora tra Silvio Berlusconi e i presidenti Ue Herman Van Rompuy e della Commissione José Barroso. Nell’incontro è stato affrontato brevemente il contenuto della lettera inviata dall’Italia alla Ue sugli impegni del governo per crescita e consolidamento delle finanze pubbliche. In mattinata la Commissione ha fatto sapere di aspettarsi dal governo italiano un impegno anche sul calendario di realizzazione delle misure annunciate.
NEGOZIATO DIFFICILE – Se per il problema italiano sembra profilarsi una soluzione non negativa, il nocciolo del negoziato tra i 17 capi di Stato e di governo dell’Eurozona resta difficile e si prolunga nella notte. Lo scoglio è la partecipazione «volontaria» dei creditori privati (banche e fondi d’investimento) al secondo programma di aiuti alla Grecia: i leader politici vorrebbero che gli istituti di credito si accollassero almeno una svalutazione del 50% dei debiti greci. Meno problematica sembra essere la questione dell’aumento della «potenza di fuoco» del Fondo di salvataggio dell’Eurozona (Efsf), che dovrebbe arrivare a circa 1.000 miliardi, combinando le due soluzioni prospettate: garanzie fino al 20-25 per cento per le emissioni di bond dei paesi sotto attacco dei mercati e nuovo Fondo speciale aperto agli investimenti delle economie emergenti (la Francia non vedrebbe di malocchio la partecipazione cinese) e dell’Fmi per acquistare i bond sui mercati secondari. Mentre sono impegnati nel negoziato, i leader europei hanno dovuto incassare anche un nuovo monito di Washington: l’Unione Europea deve agire in modo «rapido» e «decisivo» per circoscrivere la crisi di debito e gli Stati Uniti ritengono che «l’Europa abbia la capacità finanziaria di affrontare questo problema e bisogna che ci sia analoga volontà politica», ha detto il portavoce della Casa Bianca Jay Carney
corriere.it – 26 ottobre 2011