Marcia indietro del governo sul pagamento delle pensioni il 10 del mese. L’esecutivo, secondo fonti sindacali, cambierà la norma contenuta nel ddl stabilità e solo chi ha il doppio assegno da Inps e Inpdap (circa 800mila persone) la riceverà il 10 del mese. Per gli altri le cose resteranno come sono oggi.
Il Governo ha modificato la norma sullo slittamento del pagamento di tutte le pensioni al 10 del mese «per merito dei sindacati». Lo ha detto il segretario generale dello Spi-Cgil, Carla Cantone chiedendo di modificare anche l’unificazione dei pagamenti Inps-Inpdap con il pagamento al 10 del mese. ‘«Ci siamo ribellati a un’ingiustizia – ha detto – se non avessimo fatto sentire la nostra voce non l’avrebbero cambiata. È un risultato parziale, non saremo del tutto soddisfatti fino a che non torneranno indietro anche sull’unificazione al 10 del mese per gli 800.000 pensionati che ricevono il doppio assegno Inps-Inpdap. Perchè l’unificano al ribasso?». Cantone infine ha detto che i sindacati hanno chiesto un incontro al Governo mentre a breve è prevista una riunione con i vertici Inps.
Pensioni pagate il 10 del mese, è rivolta. No dei sindacati: sono già esclusi dal bonus di 80 euro, adesso la beffa del rinvio dei pagamenti
Il ministro del Lavoro, Poletti assicura: «Non taglieremo gli assegni previdenziali». «Nuova beffa per i pensionati», «Accanimento verso gli anziani», «Vergogna, Renzi colpisce chi è gia debole», «Incomprensibile decisione». Si è subito rivoltato il mondo dei sindacati e delle associazioni di pensionati e consumatori, di fronte alla decisione del governo di far slittare dal primo al 10 di ogni mese le pensioni erogate dall’Inps. Il «rinvio» di dieci giorni è una norma contenuta nella legge di Stabilità e dovrebbe scattare dal primo gennaio 2015. Lo scopo sarebbe quello di «razionalizzare ed uniformare le procedure e i tempi di pagamenti delle prestazioni previdenziali Inps».
La pensione «rimandata» di dieci giorni, tuttavia, creerebbe per il mese di gennaio 2015, un «buco pericolosissimo», accusano i pensionati. Inoltre, ad ogni mese si rinnoverebbe il disagio di chi con la pensione deve pagare l’affitto dell’appartamento che, solitamente, scade il 5 di ogni mese, per non parlare di bollette, mutui e prestiti. Per i sindacati, la norma è semplicemente «inaccettabile». «Si tratta – dicono i sindacati – di un vero e proprio accanimento nei confronti degli anziani. Ci domandiamo che cosa abbiano fatto di male gli anziani e i pensionati per essere trattati così».
I tre segretari generali di Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil, Carla Cantone, Gigi Bonfanti e Romano Bellissima firmano una richiesta di chiarimento al governo, già colpevole secondo loro di non aver previsto per i pensionati e gli anziani «alcun tipo di aiuto e di sostegno» mentre ha pensato bene «a come complicargli ulteriormente la vita». Per Cantone, già la legge di stabilità, così com’è confezionata, «aggrava la precaria condizione dei pensionati» e nel ddl «non ci sono misure come per esempio l’estensione degli 80 euro». A questo aggiungi lo spostamento al 10 del mese del pagamento delle pensioni, che finisce per essere un trucchetto con il quale «si fa la cresta» sulla pelle dei più deboli, dice ancora Cantone, e il quadro è completo:«Questo slittamento è una norma demenziale pensata da qualcuno che a fine mese ci arriva tranquillamente».
Indignati anche Carmelo Barbagallo, segretario generale aggiunto della Uil («Ma Renzi e i suoi ministri lo sanno che alcune bollette e gli affitti si pagano alla fine del mese?») e Annamaria Furlan, segretario generale della Cisl («Una scelta incomprensibile, sarebbe stato più logico, per armonizzare i pagamenti, scegliere di pagare tutto il primo del mese».
Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti assicura (oggi alle 24 a 2Next su Raidue) che le pensioni non saranno toccate. «Il governo ha scelto la strada di non toccare il sistema, le pensioni ci sono e rimangono». Ma il segretario confederale della Uil Domenico Proietti lo smentisce: «La legge di Stabilità ha toccato il sistema previdenziale minando il pilastro costituito dai Fondi pensione complementari, con l’incredibile aumento della tassazione sui rendimenti».
L’Associazione nazionale artigiani pensionati, nelle parole del suo presidente Giampaolo Palazzi, ritiene che «questo atteggiamento del governo confermi l’assoluta mancanza di attenzione nei nostri riguardi. Non abbiamo il bonus ma in cambio ci fanno slittare le pensioni». Il presidente della Federazione pensionati della Confesercenti parla di «deriva non più sopportabile»; insorgono le associazioni dei consumatori, Adiconsum, Codacons, Federconsumatori e Adusbef che parlano di «misura ingiusta» e di «ennesima beffa».
Mariolina Iossa – Il Corriere della Sera – 22 ottobre 2014