Il titolo di una ricerca dell’Università di Firenze, “Dalla pecora al pecorino”, viene tradotto in “From sheep to Doggy Style”, espressione dal significato totalmente diverso, visto che con “pecorina” si intende una posizione nel rapporto sessuale
Gaffe linguistica nel bando della facoltà di Scienze agrarie di Firenze. Più che la poca dimestichezza con l’inglese di qualche funzionario sembra da chiamare in causa lo scherzo di un traduttore automatico, che ha prodotto un errore dall’effetto ridicolo. Il titolo della ricerca: “Dalla pecora al pecorino”- tracciabilità e rintracciabilità di filiera nel settore lattiero caseario toscano, è stato tradotto con “From sheep to Doggy Style” – traceability of milk chain in Tuscany.
Il professore fiorentino: “Colpa mia”
Doggy Style in inglese non significa pecorino, termine che non dovrebbe essere tradotto o che comunque può essere indicato con un generico cheese, ma pecorina, parola dal significato molto diverso e assai più scabroso. Il bando è pubblicato sul sito del ministero dell’Università, con il suo errore piuttosto imbarazzante. A chi conosce un po’ di inglese non può sfuggire la traduzione inappropriata. Tanto più che il bando è stato pubblicato anche sul sito della Commissione europea, per poi essere rimosso in giornata dopo la segnalazione dell’errata traduzione.
Il Ministero, sul suo sito Internet, si scusa con i lettori e gli utenti, anche se la svista è stata dell’Università di Firenze. Dopo aver corretto lo strafalcione sul bando nella home page l’autodenuncia in un articolo dal titolo “Le sviste di un “infallibile” ministero”.
“Cari amici della rete, ultimamente – si legge – vi abbiamo intrattenuto con alcuni errori involontariamente comici, tra i quali: il portale ‘Scuola in chiaro’ che includeva fra i comuni italiani alcune località, tra cui Caporetto, che non lo sono più da decenni; da ultimo – per ora – una traduzione maccheronica dall’italiano all’inglese, dagli effetti esilaranti, di un bando di ricerca relativo al formaggio pecorino”.
Ma si invocano le attenuanti. “Non potete nemmeno immaginarvi quanto sia grande ed estesa la struttura amministrativa del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Sono – assicura nella nota on line – grandi numeri: oltre 10 mila scuole, quasi 1 milione di insegnanti, circa 8 milioni di studenti, migliaia di dirigenti, centinaia di migliaia di personale non docente e amministrativo, uffici distribuiti su tutto il territorio nazionale. Senza contare gli atenei, i professori universitari, gli enti di ricerca, i ricercatori e, anche in questo caso, tutto il personale delle amministrazioni. Non sbagliare mai è quasi impossibile. Per questo – scrive il ministero rivolgendosi agli internauti – vi ringraziamo dell’attenzione e dell’affetto con il quale quotidianamente leggete e scrutinate le migliaia di pagine e documenti pubblicati da questa amministrazione. Grazie alle vostre segnalazioni siamo venuti a conoscenza anche noi di errori, alcuni dei quali decisamente surreali. Si tratta di un lavoro prezioso che ci aiuta a correggerci e a migliorare. Vi invitiamo a continuare a farlo e, se vorrete, l’ufficio stampa e il sito sono a disposizione per le vostre segnalazioni”.
Repubblica.it – 15 febbraio 2012