ULSS 2O. Interrogazione di Bonfante e Fasoli. Sull’ex pm neodirigente la replica di Bonavina: «Tutto strumentale»
«E’ arrivata da me il 1° aprile e intendo tenermela. C’è infatti un parere legale di metà gennaio, che precede la delibera di nomina». Maria Giuseppina Bonavina, direttore generale dell’Ulss 20, risponde così, con il suo consueto piglio, a un attacco dei consiglieri regionali Franco Bonfante e Roberto Fasoli. Con un’interrogazione, i due esponenti del Pd chiedono infatti se la nuova direttrice amministrativa, l’ex magistrato, per anni anche alla Procura di Verona, Maria Cristina Motta, possieda i requisiti di legge per ricoprire quell’incarico. Bonfante e Fasoli, facendo riferimento a una legge del 1992, ricordano che il direttore amministrativo di una Ulss deve aver svolto per almeno cinque anni una qualificata attività di direzione tecnica o amministrativa in enti o strutture pubbliche o private di media o grande dimensione. Particolare che a Fasoli e Bonfante «non risulta». E dalle scelte del direttore generale, precisano, conseguono tutte le decisioni «con rischi di annullamenti e sperpero di denaro» Chiamata in causa, la Bonavina non si tira indietro e ricorda ai due interroganti, che sul punto «è già pervenuta una lettera anonima che Mantoan (è Domenico Mantoan, segretario regionale della sanità ndr) mi ha trasmesso. Bonfante e Fasoli, forse non sanno che è già stato attivato il servizio ispettivo, che è un organo del Consiglio regionale di cui loro fanno parte e al quale ho già risposto. Potevano dunque bene informarsi prima. Non capisco questo atteggiamento -continua la dottoressa Bonavina come un fiume in piena— le delibere della Pubblica amministrazione possono infatti essere impugnate. La dottoressa Motta ha infatti preso servizio il primo aprile. Ribadisco che ritenevo al momento della scelta e ritengo tutt’ora che per la dottoressa Maria Cristina Motta tali requisiti sussistano ampiamente. C’è forse paura di una figura di questo tipo. Per quanto mi riguarda non ho nulla da nascondere. Ho inoltrato una richiesta all’Aran (l’agenzia per le rappresentanze negoziali della pubblica amministrazione ndr) e al Ministero della Salute. La prima mi ha risposto che non è competente; del secondo, la risposta arriverà a giorni. Sono convinta invece che l’acquisizione di una direttrice come la Motta possa essere di stimolo e apertura per la nostra Azienda». A ogni buon conto, il direttore generale ritenendo l’interrogazione «strumentale», annuncia che si riserverà di tutelare la sua immagine e posizione «nelle sedi competenti». Partita dunque tutt’altro che chiusa.
L’Arena – 10 maggio 2013