di Lucilla Vazza. Procede a passo spedito il cammino concordato tra Governo e Regioni verso la creazione della Cabina di regia per il personale della sanità pubblica. È pronto infatti a essere discusso, oggi 22 ottobre, alla Stato-Regioni il documento che imposta il tracciato entro cui bisognerà disegnare questo nuovo strumento di coordinamento, che avrà sede presso il ministero della Salute. Del resto, la tabella di marcia è prevista espressamente dall’articolo 22 del Patto della Salute. La Cabina di regia è chiamata a diventare il fulcro operativo della riorganizzazione del personale. Il luogo primario di confronto intorno a un unico tavolo tra il ministero, le Regioni e tutti i sindacati rappresentativi del personale sanitario. Il Tavolo di confronto istituito allo scopo dovrà concludere i lavori entro il 31 ottobre. Alla fine del cammino insomma ci sarà il testo del disegno di legge-delega, che dovrà indicare la concreata realizzazione, come indicato dal Patto. Il testo
La cabina sarà una nuova sede di confronto per dare più valore e portare all’attenzione delle istituzioni il “lavoro” della Sanità, valorizzando il peso delle risorse umane all’interno di ogni cambiamento che interverrà nel Ssn di oggi e, soprattutto, di domani. Il testo all’esame della conferenza parte da un breve articolato in tre punti: l’istituzione della Cabina; le attività in capo alla stessa e infine, la clausola di invarianza finanziaria.
Riepiloghiamo i punti chiave:
a) valorizzazione delle risorse umane del Ssn per favorire un’integrazione multidisciplinare delle professioni sanitarie e i processi di riorganizzazione dei servizi;
b) accesso delle professioni sanitarie al Ssn nel rispetto dei vincoli di spesa di personale e , per le Regioni in Piano di rientro, dei vincoli fissati dai Piani stessi;
c) disciplina della formazione di base e specialistica per il personale dipendente e convenzionato della formazione di base specialistica;
d) disciplina dello sviluppo professionalìe di carriera con l’introduzione di misure volte ad assicurare una maggiore flessibilità nei processi di gestione delle attività professionali e nell’utilizzo del personale nell’ambito dell’organizzazione aziendale;
e) introduzione di standard di personale per livello di assistenza ai fini di determinare il fabbisogno di professionisti sanitari a livello nazionale;
f) applicazione del Dpcm sul precariato per assicurare l’erogazione dei Lea e la sicurezza nelle cure.
Il Sole 24 Ore sanità – 22 ottobre 2014