di Roberto Turno. Metti 21 governatori intorno a un tavolo. E accanto a loro 21 assessori alla salute. Poi, chissà, 21 sherpa con calcolatrici e leggi alla mano. Un tavolo che neanche un matrimonio. Metti tutto questo ambaradan in una mattinata (soltanto?) romana di settembre, e avrai un supermega tavolo.
Per decidere – chissà – della salute nostra. Roma, mercoledì 25 settembre: tra meno di una settimana le regioni si sono date appuntamento per una mega riunione su «Patto per la salute» e dintorni. Ma anche sulle riforme istituzionali e sui fondi europei. Vertice massimo tra governatori, le decisioni che scottano. Un «seminario» è la parola d’ordine. Ma sarà un vertice tutto politico, ma non solo. Dove taglio dei posti letto e ospedali, cure h24 e medicina di base, i ticket futuri e i 2 miliardi che ballano nell’immediato, le assicurazioni e i contratti e le convenzioni, la suddivisione della torta dei fondi sanitari dal 2013 in poi in chiave (iper)federalista, la governance e i destini del personale, le azioni da intraprendere nelle realtà sotto piano di rientro, in breve, tutto quello che fa spettacolo nel Ssn verrà affrontato ai massimi livelli tra i governatori.
La massiccia Economia
L’appuntamento dei governatori è ormai fissato. Un mega tavolo che farà seguito ai tavolini sul patto andati in onda in queste settimane con il Governo, dove accanto al ministero della Salute s’è fatta sentire, eccome, la presenza in tutti i sensi massiccia del ministero dell’Economia. Che ha messo il naso ovunque, ha controllato tutto, ha chiesto e ha messo in chiaro. Giusto per significare che la barriera dei conti pubblici non potrà mai e poi mai essere sfondata. Costi quel che costi per la salute della gente anche davanti alle (pseudo?) barricate che le regioni hanno ripetuto di voler innalzare se non saranno ascoltate.
Ed è stato infatti il ruolo dell’Economia in questi giorni a far riflettere i rappresentanti regionali ai tavoli sul Patto. Quei 2 miliardi per evitare altri super ticket, hanno detto i guru du via XX Settembre, forse (forse) il Governo li metterà sul piatto. Ma il rigore e le lenti d’ingrandimento su quel che fa, e che non fa, il Ssn in chiave locale, sarà mantenuti fermo. Fermissimo. Insomma: volete più Lea? «Pagateveli o toglietene altri». Volete meno ticket di oggi? «Trovate i soldi da voi, anche spalmando quelli attuali».
Tra docce fredde e trattative
Una doccia fredda, finora, per le regioni. Che però non hanno perso la testa. Del resto, da che mondo è mondo, la politica è saper trattare. E allora: si tratti. Come sta avvenendo. Sott’acqua, sia chiaro. Perché l’indicibile non si potrebbe mai dire. E perché l’occhio vigile di Saccomanni non puoi imbrogliarlo così d’incanto. Ma si tratta, si discute, si cercano soluzioni A, B , C. E anche soluzioni D, se mai servirà. Certo che mettere insieme teste così diverse, appetiti differenti, calcoli che non sono uguali, non è cosa facile. Con quei tre figli del Carroccio, anime Pdl (o Forza Italia?) non esattamente coincidenti, Pd che sotto congresso assume connotati sempre meno univoci. Imprese nell’impresa.
Il fattore B.
Ed è da qui che si ripartirò mercoledì 25 settembre. Con la prospettiva – se si riuscirà a chiudere il cerchio – di andare poi al tavolo vero col Governo. Il giorno dopo, il 26, c’è già una Stato-Regioni, giusto per caricare il piatto. Poi si andrà avanti. Fino a che non si avrà chiarezza sulla situazione finanziaria in vista della legge di stabilità 2014. Quello sarà il redde rationem. Quanto il Governo davvero intende mettere sul piatto, non solo “come” fare. La metà di ottobre sarà decisiva, insomma.
Ma c’è un “ma”. Che ne sarà stato intanto del Governo e della maggioranza non maggioranza Pd-Pdl? In un modo o nell’altro – regga o no re Enrico Letta 1 a palazzo Chigi con la sua squadra-non squadra – anche per le sorti della salute nostra, il rebus è tutto lì: che fine farà Silvio? Il fattore B. rischia cosi di decidere anche le cure per gli italiani. Bell’affare.
Il Sole 24 Ore – 20 settembre 2013