«l confronto tra i presidente delle Regioni sul nuovo Patto per la Salute inizia oggi e gli indirizzi che saranno proposti dalla Conferenza delle Regioni scaturiranno esclusivamente dal confronto politico di questa sede». Così una nota del presidente Vasco Errani di questa mattina. «Le diverse ipotesi tecniche circolate in precedenza – ha aggiunto Errani – non sono state vagliate dalla Conferenza. C’è comunque unità nell’affrontare un processo di qualificazione e riorganizzazione del Ssn attraverso il Patto per la salute, ribadendo che il livello di finanziamento 2013-2014, così come previsto dalla manovra dell’agosto scorso è insostenibile». La riunione dei Presidenti si è conclusa alle 13 senza aver deliberato alcun documento di proposta aggiornado i lavori tra quindici giorni
In concomitanza con l’avvio della discussione sul riparto del Fondo sanitario 2012.
Incontrando i giornalisti, il presidente Errani ha poi ricordato che i tempi per la definizione del Patto per la Salute sono fissati dalla manovra economica del luglio scorso al 30 aprile 2012. “Siamo impegnati in un lavoro serio – ha detto – con l’intenzione di raggiungere un accordo con il Governo. Diversamente bisognerà ragionare sul da farsi con il Governo stesso ma non credo che arriveremo a questo punto”.
I fondi destinati al servizio sanitario nazionale nel 2012 sono gli stessi del 2009. Anzi, anche meno, visto che non e’ coperto il costo dell’inflazione. E fino al 2014 si stima che i tagli possano raggiungere 17 mld di euro. E’ il quadro, preoccupante, evidenziato dalla nuova bozza di documento. «Nel 2009, il livello di finanziamento previsto per il Fsn – si sottolinea – era pari a 108.653 mld di euro. Per il 2012, per effetto delle manovre finanziarie, e’ stato definito in 108.780 mld, lo stesso del 2009. Anzi, di fatto le risorse per il Ssn sono diminuite perche’ il minimo aumento non copre nemmeno i costi dell’inflazione Istat». Con le misure introdotte dopo con la manovra Salva-Italia «e’ presumibile che i tagli 2011-14 possano raggiungere i 17 mld euro». «Questa nuova situazione – e’ il ‘dato incontrovertibile’ che emerge – pone problemi di sostenibilita’ a tutto il sistema, a tutte le regioni. E’ percio’ importante ripensare alcuni importanti aspetti del Ssn”. Per il rinnovo del Patto per la salute gli aspetti “prioritari” sono la ridefinizione del fabbisogno finanziario, le cure primarie e la medicina convenzionata, il capitolo dei ticket e delle esenzioni, i Lea e l’appropriatezza.
Ecco il documento sul tavolo delle Regioni
Ore 8.00 – Fabbisogno 2013/2015, revisione dei Lea, nuovi ticket su farmaci e specialistica, nuovi criteri di esenzione e poi ricalcolo dei tetti per la farmaceutica e molto altro nelle prime proposte tecniche elaborate dalle Regioni ed ora all’esame degli assessori alla Sanità e al Bilancio. Oggi il vertice dei Presidenti. Di seguito l’articolo di Roberto Turno da Il Sole-24 Ore di oggi. La sanità riparte da più ticket e meno esenzioni. Con ticket differenziati a seconda del reddito Isee (anche mobiliare e immobiliare) delle famiglie, uniformi in tutta Italia. Ma pagando di più al crescere della tariffa della prestazione sanitaria ricevuta, siano farmaci o visite ed esami specialistici.
Limitando le esenzioni per patologia o invalidità alle situazioni più gravi e complesse. Aumentando da 65 a 70 anni l’esenzione per età, e abbassando la soglia di 30mila euro lordi l’anno dell’esenzione per reddito. Ma avrà nuovi ticket sui dispositivi medici, dai prodotti per i diabetici ai pannoloni, dall’ossigeno terapeutico agli alimenti per i celiaci, sempre salvaguardando i redditi più bassi. E ancora: darà un addio graduale a 212 piccoli ospedali con meno di 120 posti letto, da riconvertire in strutture per l’assistenza sul territorio; vedrà la riforma delle cure primarie di medici di famiglia e pediatri, la revisione della mobilità dei pazienti da una regione all’altra e della libera professione dei medici, nuove regole sui piani di rientro nelle regioni in disavanzo.
Eccola la prima ossatura del «Patto per la salute 2013-2015» secondo le Regioni. Una proposta (si veda www.24oresanita.com per le versioni del 24 – direttori generali degli assessorati – e del 25 – Commissione salute – gennaio) che sarà discussa al prossimo incontro col Governo in una trattativa da concludere entro aprile, altrimenti palazzo Chigi (anzitutto Salute ed Economia) farà da sé. Oggi i governatori dedicheranno un vertice «straordinario» alla partita più calda per loro, la spesa sanitaria che vale in media più del 74% dei conti locali. La voglia dei governatori di non perdere tempo c’è tutta, con l’eccezione delle due Regioni a trazione leghista (Veneto e Piemonte).
Tanto delicata, la partita della sanità, che il documento delle regioni parte proprio dai nodi del fabbisogno e degli investimenti. Mettendo in chiaro che il finanziamento decrescente della spesa per la salute, dopo i tagli della manovra estiva, semina pesanti dubbi sulla tenuta dei livelli di assistenza (i Lea), che giocoforza saranno rivisti. Secondo le regioni dal 2012 al 2014 mancheranno all’appello oltre 9 miliardi. Mentre stimano che per il 2015, ultimo anno del «Patto», il fabbisogno sarà di 121,54 miliardi, 11,75 miliardi più (circa il 10%) del 2012.
La partita sui ticket sarà quella dall’impatto sociale più delicato e pesante per gli italiani. Per il momento le regioni non parlano di compartecipazioni sui ricoveri e neppure della “tassa sui cibi spazzatura” (junk food) per finanziare la costruzione di nuovi ospedali, che però piace a parecchi governatori.
Sui ticket l’obiettivo è di reimpostare «in modo unitario» l’intera struttura delle compartecipazioni su farmaci e specialistica. Secondo queste direttrici: ticket differenziati per situazione economica e crescenti «al crescere della tariffa, ma con incidenza decrescente fino a un tetto massimo per ricetta»; esenzioni diverse per patologia o invalidità limitate «alle situazioni caratterizzate da maggiore severità e complessità»; aumento a 70 anni dell’esenzione per età e riduzione dell’attuale tetto di 30mila euro lordi annui delle esenzioni per reddito. Un’alternativa al taglio delle esenzioni per patologia è di introdurre un tetto annuale massimo al ticket differenziato per situazione economica, con l’obiettivo di garantire maggiormente i casi più gravi. Per la specialistica ci sono ipotesi più dettagliate in altri documenti tecnici, che ipotizzano anche 4 fasce di reddito. Per la socialistica: abolizione del superticket da 10 euro, aumento dell’attuale franchigia (36,15 euro) differenziandola per reddito ed età, regressione della quota nelle esenzioni per patologia, creazione di “pacchetti di prestazioni”. Mentre per i farmaci si ipotizzano ticket legati al prezzo delle singole confezioni, sempre a seconda del reddito e dell’età, con regressione nelle esenzioni per patologia e il mantenimento del sistema di pagamento (prezzo di riferimento) tra generici e farmaci di marca.
Il nodo dell’equità dei ticket andrà sciolto, afferma il documento delle Regioni, superando il criterio cardine attuale del reddito. La stella polare dovrà essere «un criterio che individui la situazione economica degli assistiti» grazie all’Isee, ma con alcune modifiche che definiscano un indicatore più adatto» al suo specifico impiego ai ticket sanitari. In questo senso, si fa esplicito riferimento al «sanitometro» in cantiere nel 1998-99 fondato su un Isee modificato con detrazioni specifiche, ad esempio, per gli ultra 65enni, i bambini fino a 6 anni e i nuclei familiari che includono «persone fragili». Ma tutto questo, evidentemente, andrà costruito nei prossimi due mesi
Nel dettaglio le proposte
Tredici punti di cui quattro argomenti prioritari nello schema di lavoro messo a punto dalle Regioni per avviare la discussione sul Patto per la salute 2013-2015:
Azioni prioritarie:
– Fabbisogno e finanziamento
– Riordino delle cure primarie
– Ticket ed esenzioni
– Declinazione dei LEA di cui al DPCM 29.11.2001
Argomenti specifici da definire tramite modifiche normative o accordi:
-Farmaceutica
-Dispositivi medici
-Problematiche del personale dipendente
-Tariffe, Tuc e Mobilità interregionale
-Rapporti Servizio Sanitario Nazionale ed Università
-Riorganizzazione della rete ospedaliera
-Investimenti
-Piani di rientro
-Residenzialità socio-sanitaria extraospedaliera
-Strutture di ricovero sanitarie extraospedaliere
E una premessa in cui si traccia la sintesi delle problematiche che le Regioni dovranno discutere al tavolo con il Governo:
Fabbisogno
il decreto legge 78/2010, convertito in legge 122/2010 e il decreto legge 98/2011, convertito in legge 111/2011 – manovra di luglio – hanno previsto:
– Per l’anno 2010: un effettivo aumento delle risorse per il Servizio Sanitario Nazionale pari a 250 milioni, a fronte dei pattuiti 550 milioni. I restanti 300 sono subordinati al realizzarsi delle economie relative alla spesa farmaceutica.
– Per l’anno 2011: una decurtazione delle risorse per il SSN di 418 milioni a fronte del blocco dei contratti e delle convenzioni e una riduzione di 600 milioni in funzione delle disposizioni di razionalizzazione della spesa farmaceutica.
– Per l’anno 2012: una riduzione del Finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale di 600 milioni per la razionalizzazione della spesa farmaceutica oltre ad una ulteriore riduzione prevista in 1.132 milioni di euro per il blocco dei contratti e delle convenzioni.
Il fabbisogno riconosciuto determinato aggiungendo al valore dell’esercizio precedente la maggiorazione prevista nel vigente Patto per la Salute nella misura del 2,8 % risulta pertanto pesantemente ridotto (circa 1,75%) a causa delle manovre correttive;
– Per gli anni 2013 e 2014: il fabbisogno riconosciuto è stato rideterminato applicando gli incrementi previsti dalla manovra, rispettivamente nelle misure dello 0,5 % e dell’ 1,4 %. La crescita risulta pertanto inferiore al PIL nominale negli stessi anni (+3,3% e 3,4%). Le misure di contenimento della spesa sono state stimate in 2.500 mln per l’anno 2013 e in 5.450 mln per l’anno 2014. Tali misure saranno definite con un’intesa, ai sensi della Legge 131/2003 fra Stato e Regioni, entro il 30 aprile 2012.
La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome del 1° settembre 2011 ha formulato una proposta emendativa, non recepita, volta al reintegro integrale dei tagli previsti sulla sanità e al conseguente incremento del fabbisogno sanitario nazionale per l’anno 2013 di 2.500 mln di euro e per l’anno 2014 di 5.000 mln di euro.
Edilizia sanitaria – ex. art. 20 legge 67/1988
Le risorse dell’art. 20 sono state de finanziate, in contrasto con quanto previsto dall’art. 1 comma 8 del Patto per la Salute che prevedeva un incremento di 1 miliardo di euro per gli investimenti di adeguamento strutturale e tecnologico del Servizio Sanitario Nazionale.
La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, già nella manovra estiva dello scorso anno (legge 122 del 2010), aveva previsto che dalle riduzioni venissero escluse le risorse per edilizia sanitaria destinate ad investimenti (558,7 milioni di euro per l’anno 2011 e 1.161,2 milioni di euro per l’anno 2012). Con successivo DPCM del 28 gennaio 2011 sono stati recepiti i criteri relativi a tali riduzioni ma non sono stati finanziati gli accordi di programma per investimenti in sanità.
I tagli lineari hanno comportato l’impossibilità di definire tutti gli Accordi di Programma presentati dalle Regioni.
Le Regioni ritengono pertanto imprescindibile prevedere un piano di investimenti caratterizzato da assegnazione e messa a disposizione di risorse certe, che consentano di realizzare quei necessari programmi di realizzazione della rete di servizi, in grado di ottimizzare la gestione degli stessi. Da ultimo, l’accordo governo-regioni sul trasporto pubblico locale del 21/12/2011, prevede che a fronte di un finanziamento di 148 milioni per il TPL delle risorse già destinate all’edilizia sanitaria, il governo si è impegnato a sbloccare entro un mese dall’accordo le risorse per l’edilizia sanitaria.
Ticket
Legge 220/2010: Il livello del finanziamento del SSN è stato incrementato di 347, 5 milioni di euro per l’anno 2011 limitatamente ai primi 5 mesi dell’ anno 2011. L’incremento ha coperto una quota (cinque dodicesimi) delle risorse residue (pari a 834 milioni) previste dal Patto per la Salute 2010-2012;
Legge n.111/2011 art. 17: ha previsto un incremento di risorse di 105 milioni per il periodo di vigenza del decreto, pertanto sono state reintrodotte le disposizioni sospese sul ticket relativo all’assistenza specialistica ambulatoriale contenute nella Legge n.296/2006 – Finanziaria 2007 – a partire dalla data di entrata in vigore della legge di conversione (17 luglio 2011). In merito alla suddetta disposizione, la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome del 1° settembre 2011 ha ribadito la richiesta di reintegro del finanziamento pari a 381,5 mln di euro da reperire applicando una maggiore accisa sui tabacchi. A decorrere dal 2014 sono inoltre previsti nuovi ticket sui farmaci e sulle altre prestazioni sanitarie, per un risparmio stimato in circa 2 miliardi annui. Le misure sono aggiuntive rispetto a quelle eventualmente già disposte nelle singole Regioni. Oltre al ticket sulla diagnostica, è necessario rivedere tutto il sistema della partecipazione alla spesa.
Piani di rientro
I Piani di rientro della spesa sanitaria, parte integrante dello specifico Accordo fra lo Stato e la Regione, sono finalizzati a ristabilire l’equilibrio economico-finanziario delle Regioni interessate: l’intero procedimento di attuazione e di monitoraggio dei Piani è incentrato sugli aspetti economico -finanziari, senza valorizzare un reale percorso di riorganizzazione sul territorio dell’intero sistema dei servizi sanitari.
Attualmente sono in Piano di rientro le Regioni: Abruzzo (Presidente Commissario); Molise (Presidente Commissario); Campania (Presidente Commissario); Lazio (Presidente Commissario); Calabria (Presidente Commissario); Sicilia; Puglia e Piemonte. La legge 122/2010 (DL 78/2010) ha previsto la possibilità per le Regioni che non superano la verifica per il raggiungimento degli obiettivi entro il 31 dicembre 2009, di chiedere la prosecuzione del Piano di rientro per un triennio;
– Nella manovra di luglio, Legge 111/2011 (DL 98/2011), sono previste disposizioni per la salvaguardia della cogenza dei Piani di rientro e per la procedura sostitutiva ove la Regione non rimuova gli ostacoli all’attuazione del Patto.
– La successiva manovra estiva il Decreto legge n. 138 convertito in legge n.148 del 14 settembre 2011 ha introdotto per le Regioni sottoposte ai Piani di rientro la possibilità della deroga al blocco del turn over previo accertamento dei tavoli tecnici della necessità di assicurare il mantenimento dei LEA.
I piani di rientro a cinque anni dalla loro introduzione necessitano di una revisione delle regole di gestione
26 gennaio 2012