Le organizzazioni sindacali auspicano che anche le Regioni condividano l’opportunità di chiudere questa intesa, rinviando ad un confronto successivo le questioni in sospeso che vanno inserite in diverso contesto politico, anche perché, avendo un costo, difficilmente potrebbero trovare soluzioni nell’art. 22, stante il divieto a costi aggiuntivi ripetuto ossessivamente.
Le Organizzazioni sindacali (Anaao Assomed – Cimo – Aaroi-Emac – Fp Cgil medici e dirigenti Ssn – Fvm – Fassid – Cisl medici – Fesmed – Anpo-Ascoti-Fials medici – Iil fpl medici – Ugl medici – Cimop – Fimmg – Sumai – Smi – Intesa sindacale – Fespa – Fimp – Cipe – Simpef – Andi – Assomed Sivemp – Sbv) dichiarano ufficialmente in una nota congiunta di ritenere condivisibile il testo proposto dal Ministero della salute in merito all’articolo 22 del Patto per la salute. Il testo, che esprime le parti comuni ai diversi documenti prodotti in tre mesi di confronto dai ministeri interessati, dalle Regioni e dalle OOSS dei Medici, dipendenti e convenzionati, dei Veterinari e della Dirigenza sanitaria, pur lasciando irrisolti alcuni nodi strutturali, contiene secondo i camici bianchi tre elementi positivi:
1. puntualizza e migliora il percorso di formazione dei medici e dei dirigenti sanitari e veterinari puntando sull’acquisizione e certificazione di competenze e sul pieno utilizzo della rete regionale, accreditando alla parte afferente al Ssn un ruolo formativo da sempre svolto e finora misconosciuto;
2. traduce in legge alcuni aspetti della carriera dei professionisti, rafforzandone la cogenza al tavolo contrattuale e creando le condizioni per un sistema premiante degli incarichi prevalentemente professionali non dissimile da quelli prevalentemente gestionali;
3. coinvolge le organizzazioni sindacali a livello nazionale nella definizione di standard di personale nella rete ospedaliera e territoriale.
«E, soprattutto, recupera e valorizza – continua la nota – un metodo di relazione con le parti sociali che sembrava smarrito nei tempi lunghi della crisi della sanità pubblica.
Le organizzazioni sindacali auspicano che anche le Regioni condividano l’opportunità di chiudere questa intesa, rinviando ad un confronto successivo le questioni in sospeso che vanno inserite in diverso contesto politico, anche perché, avendo un costo, difficilmente potrebbero trovare soluzioni nell’art. 22, stante il divieto a costi aggiuntivi ripetuto ossessivamente.
Questo anche per consentire che il confronto prosegua per la soluzione di altri aspetti del lavoro professionale, elemento necessario per la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale, contribuendo anche ad accelerare i tempi per il rinnovo di contratti e convenzioni».
17 giugno 2016