Un patrimonio valutato intorno ai 10 miliardi di euro. È questa la cassaforte immobiliare degli enti di previdenza private. Stiamo però parlando del valore di bilancio, rivalutato, quando va bene, 10 anni fa.
Quindi la cifra è in difetto: di quanto, dipende dalla tipologia di case, negozi, uffici e capannoni di proprietà. I rendimenti, però, non sono molto alti, anche se vanno leggermente meglio di sei anni fa, quando la resa massima non superava il 2,6%.
Parliamo solo degli enti che vantano una storia piuttosto lunga, e che sono stati privatizzati con il decreto legislativo 509 del 1994. Le cosiddette “nuove Casse”, infatti, istituite ex novo con il Dlgs 103 del 1996 non vanno oltre l’1,8% di patrimonio immobiliare sul totale degli investimenti. Del resto la scelta del mattone ha un andamento diversificato tra le diverse Casse, c’è chi si tiene intorno al 10% come la Cassa forense, e chi addirittura si pone al di sotto di questa percentuale, strada seguita dalla Cassa dei dottori commercialisti (7%).
Dai bilanci 2009 emerge che diversi enti hanno immobilizzato circa il 20% del patrimonio, tra questi: consulenti del lavoro (20%), farmacisti (18,8%), geometri (23%), ingegneri e architetti (23%). Un solo ente si attesta intorno al 30%, si tratta dell’Enpam (medici), che vanta un patrimonio immobiliare a bilancio di due miliardi e mezzo di euro. Due, infine, sono le Casse che hanno il patrimonio diviso in egual misura tra beni mobili e immobili, Enasarco (agenti e rappresentanti di commercio) e Inpgi (giornalisti).
Enasarco vanta il più alto patrimonio immobiliare in assoluto, pari a tre miliardi di euro. Le cose, però, sono destinate a cambiare. L’obiettivo dell’ente è la dismissione totale. Un’operazione che è stata annunciata già due anni fa, nota come Progetto Mercurio, e che riguarda 17mila appartamenti. Sono partite due mesi fa le prime 500 lettere agli inquilini. «La risposta è stata decisamente al di sopra delle aspettative – dicono all’ente – con un’adesione media dal 92 al 94% a seconda degli stabili, con due eccellenze che hanno registrato il 100% degli assensi».
Nel piano di dismissione approvato il 18 settembre 2008 dal consiglio di amministrazione l’invenduto era stato stimato intorno al 30 per cento. Altre 400 lettere soni state spedite il mese scorso, e tra un mese si saprà quanti inquilini decideranno di diventare proprietari; una volta ricevuta la proposta di acquisto, infatti, hanno 60 giorni di tempo per decidere.
Dismissioni in arrivo anche nella Cassa ragionieri, che sta studiando la possibilità di fare una gara europea ad evidenza pubblica. L’idea piace al Consiglio di amministrazione e aspetta solo il parere dei consiglieri delegati. La riserva sarà sciolta entro l’estate, per poter raggiungere l’obiettivo di dismettere entro l’anno un terzo degli immobili, per un controvalore di 166 milioni. Il residenziale che i ragionieri vogliono mettere sul mercato è composto da 38 fabbricati, per un totale di 16mila appartamenti; valore a bilancio 170milioni, resa stimata 570milioni.
Diversa la strategia dell’Inpgi, l’ente di previdenza dei giornalisti. Mesi fa è stata avviata una piccola dismissione, che riguarda una cinquantina di immobili (di cui la metà disabitati), per un valore di 28 milioni di euro. I cespiti da dismettere si trovano fuori da Roma e Milano, città dove l’ente ha concentrato le sue proprietà. La decisione di vendere è stata prese in un’ottica di maggior efficienza “territoriale. «L’equilibrio ideale cui dovremmo aspirare secondo gli advisor – spiega il presidente Andrea Camporese – è di un 30% di patrimonio immobiliare, pensiamo di arrivarci in modo graduale nell’arco di qualche lustro». Non finirà nel mattone, quindi, l’avanzo del bilancio 2010, stimato in 60 milioni di euro ma, conti alla mano, pari a 68 milioni.
Ilsole24ore.com – 28 aprile 2011