Passaggio in India per la famiglia Bauli. Dopo un lungo percorso di acquisizioni che ha ampliato il perimetro del gruppo famoso per i pandori, ora la famiglia veronese scommette su nuovi mercati.
«Stiamo costruendo uno stabilimento in India per le merendine — spiega il presidente Alberto Bauli — che inaugureremo nel 2017. Sul mercato indiano vi è un’enorme domanda di prodotti che solo la qualità italiana sa dare. Stiamo facendo un investimento importante nell’ordine di alcune decine di milioni di euro. È una scelta per noi coraggiosa, sia per la dimensione, sia perché mette alla prova la nostra struttura di azienda familiare».
Bauli, che ha vinto il premio «Ey Imprenditore dell’anno 2002», ha affrontato negli ultimi anni una serie di acquisizioni importanti investendo anche nella crisi per fare il salto dimensionale e poter affrontare meglio la competizione e i rapporti con la grande distribuzione.
«Con le acquisizioni abbiamo raggiunto 450 milioni di fatturato — spiega l’imprenditore —. Abbiamo stabilizzato il business e i consumi interni, ora investiamo sull’internazionalizzazione». Se la scommessa indiana si rivelerà vincente la quota di export aumenterà in modo consistente. «Oggi esportiamo l’8-9% del nostro fatturato. Il mercato dolciario europeo è molto difficile. E i prodotti soffici freschi non sono esportabili troppo lontano».
La prima acquisizione del gruppo risale al 2004, la Fbf, un’azienda di Cremona specializzata in brioche che era già partecipata ed è stata rilevata per intero. Poi, nel 2006, c’è stata la trevigiana Doria, famosa per i Bucaneve. «La famiglia Doria ha manifestato il desiderio di cedere l’azienda a noi perché ci ritenevano in grado di valorizzare il loro storico marchio. Questa acquisizione ci ha consentito di entrare nel mondo dei biscotti, in competizione con il leader di mercato, Barilla- Mulino Bianco». Poi, nel 2009, è stata la volta dei panettoni e delle colombe Motta e Alemagna: «Eravamo in contatto con il gruppo Nestlé da tempo — spiega Bauli — e quando hanno scelto di dismettere i prodotti da ricorrenza ci siamo fatti avanti. Ci è servito per aumentare le dimensione e difenderci dal rischio, in un settore che è da sempre schiacciato dalle promozioni che sviliscono il marchio».
Quando nel 2014 si è presentata l’occasione di completare il portafoglio di Motta e Alemagna con altri due prodotti storici come le Girelle e i Buondì, Bauli non se l’è fatta sfuggire. «Abbiamo scelto di riunire sotto il marchio Motta tutti i prodotti storici. Non è stata un’acquisizione facile perché la Bistefani che vendeva era in condizioni difficili — spiega il presidente —. Dopo tre anni abbiamo chiuso il loro stabilimento e trasferito la produzione a Verona, dove abbiamo costruito una nuova linea di produzione». Oggi Bauli controlla il 25% del mercato della ricorrenza e il 22% di quello delle brioche. «Siamo un’azienda famigliare e abbiamo un orizzonte di medio termine, in tempi meno facili di oggi abbiamo rilevato i marchi più importanti che c’erano sul mercato — conclude l’imprenditore —. Con le dimensioni che abbiamo raggiunto si è potuta dare continuità all’azienda, anche in vista del passaggio generazionale».
Corriere Economia – 7 novembre 2016