La risoluzione è passata con 314 sì, 291 no e due astenuti. Presenti erano 607, votanti 605, maggioranza di 303 voti. Ma per l’opposizione si tratta solo di «una colossale truffa»
La Camera conferma la fiducia al governo approvando la risoluzione di maggioranza relativa al testo sul federalismo fiscale municipale. La risoluzione è passata con 314 sì, 291 no e due astenuti. I presenti erano 607, i votanti 605, la maggioranza di 303 voti. Per la Lega Nord è «una rivoluzione copernicana», come l’ha definita Luca Zaia, mentre per l’opposizione si tratta solo di «una colossale truffa». Con «cinque nuove tasse in più che graveranno soprattutto sugli artigiani, i commercianti e la piccola e media impresa»: parola di Massimo Donadi. Intanto il ministro, Roberto Calderoli, dopo un incontro con una delegazione del gruppo dei «Popolari d’Italia domani», ha annunciato di impegnarsi a proporre al Cdm «un’iniziativa legislativa finalizzata alla proroga di quattro mesi del termine di scadenza della delega prevista dalla Legge 42» sul federalismo fiscale prevista attualmente per il 21 maggio.
Esulta la maggioranza, Berlusconi con fazzoletto verde
Segni di esultanza, in maggioranza, per l’approvazione del federalismo da parte dell’aula della Camera. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è giunto in aula indossando una “pochette” verde. Mentre i deputati della Lega, appena incassato il voto di fiducia, hanno sventolato le bandiere delle regioni del Nord. Il presidente di turno, Antonio Leone, ha richiamato i colleghi a un contegno consono all’aula ed ha sospeso per pochi minuti la seduta. Al momento del sì, i deputati del Carroccio hanno anche ritmato il nome del loro leader: «Bossi, Bossi», hanno intonato per alcuni secondi.
Il premier: maggioranza a quota 322
Berlusconi, si è detto soddisfatto per l’esito del voto di fiducia sul federalismo fiscale perché, al netto di malati e missioni, la maggioranza è a quota 322: «Sapevamo che ci sono persone in missione e due malati. Quindi siamo a 322», ha spiegato ai giornalisti uscendo dall’aula di Montecitorio.
La soddisfazione di Bossi, ipotesi Bricolo all’Agricoltura
Umberto Bossi è ricorso ad una metafora per esprimere la sua soddisfazione dopo l’approvazione del federalismo municipale alla Camera. «Abbiamo fatto un giro di mattoni in più, siamo quasi al tetto: abbiamo iniziato anche il federalismo regionale», ha spiegato uscendo dall’Aula al termine del voto di fiducia che dà il via libera definitivo al provvedimento. Circa le voci di un prossimo rimpasto di governo che porterebbe il Carroccio alla guida di un altro ministero il senatur ha prima nicchiato. Poi davanti alle insistenze dei giornalisti, che lo circondavano appena incassata la fiducia sul federalismo, chiedendogli se fosse vera l’ipotesi di una promozione per il capogruppo della Lega al Senato, Bricolo, al ministero delle Politiche Agricole, Bossi ha risposto con una battuta: «…la faccia da agricoltore ce l’ha. E poi abita a Sommacampagna. È un destino». Circa la durata della legislatura, il ministro delle Riforme ha ripetuto un suo vecchio mantra: «Noi vogliamo completare il federalismo, poi vediamo. Stiamo con i piedi per terra».
I deputati dell’Mpa di Raffaele Lombardo hanno deciso di non partecipare al voto, «specificando che il nostro atteggiamento vale come astensione nel merito», ha detto Carmelo Lo Monte. Dopo l’ok della Camera il provvedimento dovrà approdare per il via libera definitivo al consiglio dei ministri di giovedì e quindi andrà alla firma del presidente Giorgio Napolitano. Ma Umberto Bossi guarda avanti: «ora arriva la parte difficile: il federalismo regionale e provinciale».
Bersani: Carroccio al servizio dell’imperatore
Durante le dichiarazioni di voto, duro l’affondo del numero uno del Pd, Pierluigi Bersani: «È un pasticcio. Mettete le mani nelle tasche dei cittadini, e introducete una patrimoniale sulle piccole imprese. Mettete più tasse di quelle che c’erano prima e per avere meno federalismo di quello che c’era prima». E subito un monito alla Lega: «Noi vi garantiamo che il processo federalista va avanti anche in diverse condizioni politiche», ha detto il segretario del Pd, «se volte reggere il moccolo al miliardario, se volete mettere il Carroccio al servizio dell’imperatore, non trovate scuse».
Casini: il federalismo rischia di sfaciare il paese, è solo uno spot per la Lega
«In uno stato centralista come il nostro introdurre questo federalismo significa sfasciare il paese», ha detto il leader dell’Udc, Pierferdinando Casini: «Non si vuole approvare un vero federalismo, è uno spot per la Lega».
Borghesi (Idv): arriverà un “pacco”
Annuncia voto contrario l’Idv: «È un federalsimo con le ossa rotte, che impone alle regioni la tassa sulle disgrazie, non è solidale, tassa i turisti», ha commetato Antonio Borghesi. La Lega Nord, ha aggiunto, «ha barattato un pacco con scritto federalismo con un salvacondotto per Berlusconi. Ma Berlusconi ha confezionato un vero e proprio “pacco” per gli italiani».
Della Vedova (Fli): riforma pasticciata
Disco rosso anche da parte dei futuristi: è «una riforma pasticciata, non buona, non condivisa ed è frettolosa. Porterà troppe e nuove tasse», ha detto il presidente dei deputati di Fli, Benedetto Della Vedova. Della Vedova punta il dito su «quell’infinità di piccole imposte e addizionali» che la riforma porta con sè.
Santarsiero (Anci): non è una giornata storica per i comuni
Critico è anche il commento del sindaco di Potenza, Vito Santarsiero, responsabile per le politiche del Mezzogiorno dell’Anci, che ha inviato un appello ai parlamentari: «Non è una giornata storica per i comuni. Nel federalismo municipale non c’è alcuna autonomia e responsabilità impositiva. L’unica certezza è la fine dei trasferimenti dallo Stato ai comuni sostituita da una nuova fiscalità locale, decisa e imposta dal governo ai comuni e che ricadrà sui cittadini». E Claudio Fantoni, presidente della consulta Casa Anci e assessore del comune di Firenze, rilancia: «circa un milione di famiglie che ora vivono in affitto a canone concordato rischiano di vedersi aumentato l’affitto – con il passaggio al canone libero – a causa della cedolare secca introdotta dal decreto sul fisco municipale».
Cgia: con Imu rischio +410 euro di tasse per le aziende
Il nuovo fisco municipale comporterà un aumento della pressione fiscale anche per le aziende: parola della Cgia di Mestre, che spiega: «Dal 2014 gli imprenditori proprietari di negozi, uffici, laboratori e capannoni industriali dovranno applicare l’Imu, con il rischio di vedersi aumentare le tasse: in media di 410 euro in più all’anno».
Ilsole24ore.com – 2 marzo 2011