A processo anche Riccardo Bianchini Riccardi, all’epoca membro del Cda Cirio e consulente della società
L’ex amministratore delegato della Cirio, Sergio Cragnotti, e l’ex presidente della Banca di Roma, Cesare Geronzi, sono stati rinviati a giudizio dal gup Tommaso Picazio nell’ambito dell’inchiesta Eurolat. Il processo partirà il prossimo 25 gennaio e vedrà imputato anche Riccardo Bianchini Riccardi, ex membro del cda di Cirio spa e anche consulente della stessa società. Le ipotesi di reato formulate dal procuratore aggiunto Nello Rossi e dal pm Paola Filippi nei confronti dei tre sono quelle di concorso in estorsione ai danni di Calisto Tanzi, all’epoca dei fatti (1999-2000) presidente di Parmalat, e in bancarotta per distrazione.
L’inchiesta, partita da quella sul crac della Parmalat di Calisto Tanzi, era stata stralciata a Roma per competenza. Secondo la Procura gli imputati costrinsero il patron di Parmalat ad acquistare Eurolat, cioè il ramo latte di Cirio, “al prezzo, nei tempi e secondo le modalità” stabilite da un accordo tra i tre. E obbligarono anche altri due dirigenti della Banca di Roma, poi deceduti, pena la revoca, da parte di Geronzi, “di tutti i finanziamenti concessi da Banca di Roma alla società di Collecchio”. Quest’ultima era già in stato di crisi,e aveva un debito verso l’istituto di credito di 400 miliardi di lire.
L’operazione fruttò a Geronzi 3 miliardi di vecchie lire e si concluse con un esborso da parte di Parmalat di almeno 200 miliardi di lire in più rispetto al valore effettivo di Eurolat. Così Geronzi recuperò una parte dei crediti vantati nei confronti di Cirio e l’azienda di Cragnotti, a sua volta, lucrò dalla vendita di Eurolat a un valore superiore a quello effettivo. Cragnotti, Geronzi e Riccardi sono stati rinviati a giudizio anche per bancarotta per la distrazione patrimoniale, in concorso questa volta con lo stesso Tanzi e con l’ex componente del cda di Parmalat, Fausto Tonna, entrambi già condannati a Parma per questo episodio in primo grado il 9 dicembre 2010. In sostanza furono loro a “cagionare la dichiarazione dello stato di insolvenza di Eurolat” attraverso l’estorsione a Tanzi e la bancarotta fraudolenta, “previo – ha scritto l’accusa – fittizio aumento di capitale mediante conferimento del ramo d’azienda relativo al settore lattiero-caseario della Cirio spa, il cui valore veniva sopravvalutato”. E dentro Eurolat fecero confluire tutti i debiti della Cirio Spa verso Banca di Roma, una cifra di 304 miliardi di lire”.
10 ottobre 2011