È arrivato sparato a bordo del suo trattore all’ingresso di villa Favorita dove era in corso il Parlamento del Nord. Ho sfiorato le auto blu dei leader, si è messo a urlare e ha battere i pugni con rabbia. La polizia l’ha circondato. Eugenio Rigodanzo, titolare di un’azienda a Lonigo con 50 vacche da latte, si è presentato con altri quattro-cinque cobas del latte alla guida di altrettanti trattori, ma è l’unico che è riuscito a passare il blocco e a salire verso la villa. Rigodanzo, non nuovo a proteste plateali, si dichiara vittima di un’ingiustizia: «Mi è arrivata una cartella esattoriale di Equitalia da 208mila euro relativa al 2005-2006-2007, gli stessi per cui l’Italia rischia multe Ue per i mancati controlli. Non faccio ricorso perchè non ho i soldi. È un meccanismo infernale, in cinque anni in Veneto hanno chiuso 1701 aziende del latte, ma nessuno si muove». Il mezzo ha sfiorato le preziose auto blindate dei leader leghisti. Circondato immediatamente dagli uomini della Digos, che hanno impedito al mezzo di proseguire, Rigodanzo è sceso improvvisando un comizio dove ha ricordato tutta la tematica delle quote latte, protestando per le cartelle esattoriali che stanno arrivando per il pagamento degli sforamenti produttivi. Le urla hanno fatto accorrere anche ill governatoreo Luca Zaia. «Ero io – ha tuonato Rigodanzo – quello che il 20 maggio scorso ha sequestrato uno di Equitalia».«Da ministro avevo bloccato tutto – ha spiegato – Basterebbe dare atto alla relazione dei carabinieri che dice che si sono allevatori che hanno pagato e non lo dovevano fare. Tocca al governo risolvere la questione». Calmatosi, l’agricoltore si è allontanato minacciando però da domani nuove denunce.
Gazzettino – 18 marzo 2012