Nella gara ripetuta lunedì, dopo la sospensione della prova in cui è morto il baio Mamuthones, sfiorata ancora la tragedia. Una seconda caduta, tale e quale a quella mortale di domenica 15, al Palio di Asti. Solo che stavolta, al nuovo via spostato di ventiquattr’ore, al lunedì, il cavallo è miracolosamente sopravvissuto all’impatto con il fondo della strada ricoperta di terriccio e trasformata in pista per il galoppo.
La scena però è la stessa. Siamo al via della terza batteria: il mossiere abbassa il canapo, il purosangue inciampa sulla corda e cade violentemente. Pare la ripetizione della partenza in cui Mamuthones, baio dal manto grigio, il giorno prima è morto dopo essersi spezzato l’osso del collo.
Qui invece nè cavallo nè fantino si sono fatti male. Però nelle due precedenti corse di qualificazione c’erano state altre cadute. Bilancio preoccupante solo per un guidatore, portato in ospedale, sia pure per accertamenti.
IL SINDACO: FATALITA’ – Ma le polemiche, anche per i nuovi incidenti, proseguono. Alle numerose associazioni ambientaliste, e all’ex ministro al Turismo Michela Brambilla che hanno chiesto l’abolizione di tutti i palii, ribatte il sindaco di Asti Fabrizio Brignolo che domenica aveva deciso il rinvio della gara: «Non siamo di fronte a una corrida. I cavalli sono amati da chi li possiede e da chi li alleva – ha detto il primo cittadino – e sono curati e salvaguardati con continua assistenza veterinaria. La morte dell cavallo di Santa Maria Nuova è stata una vera fatalità».
IL MOSSIERE: INCIDENTE IMPREVEDIBILE – Parole ripetute dal mossiere, Renato Bircolotti. «Non si poteva prevedere un incidente così – ha detto -. Ma spero che i fantini abbiano capito che osare più di tanto non porta fortuna». «Osare» nel caso specifico significa tenere il cavallo fermo dietro al canapo ma pronto a scattare. «Mentre a Siena c’è la rincorsa qui ad Asti i cavalli partono da fermi. È molto più difficile per i fantini».
Per la cronaca: il Palio è stato vinto dalla contrada della Torretta, davanti a San Secondo e Cattedrale. Nessun corteo storico, per decisione del sindaco.
Intanto infuriano le polemiche sulla morte del cavallo. “E’ un criminale” dice Riccardo Berzano, astigiano, allevatore di cavalli maremmani e “capitano” al paio d’Asti su Jonathan Bartoletti, il fantino che ieri montava il cavallo che è morto. Secondo Berzano, non si può parlare di fatalità, ma di responsabilità evidenti. “Ha sbagliato tutto, non ha capito il momento in cui doveva spingere il cavallo e ha iniziato a frustarlo quando alcuni purosangue dovevano ancora mettersi in ordine per partire”. Di gare ne ha viste tante, ma afferma di non aver mai assistito a una scena come quella di ieri: “il cavallo è caduto con la testa girata perché Bartoletti con la mano libera dalla frusta tirava le redini. Rovesciandosi con il collo piegato, il cavallo si è rotto la vertebra cervicale. È colpa sua, ma nessuno ha il coraggio di dirlo. Ora sta al mossiere decidere se verrà sanzionato”. Renato Magari, l”angelo biondo” vincitore del palio di Asti nel 1971 e nel 1985, commenta: “Gente come Bartoletti non dovrebbe solo essere squalificata a vita dalle corse, ma non dovrebbe neanche più potersi avvicinare a un cavallo”.
Su dramma di domenica interviene Domenico Bergero dell’università di Torino. E’ direttore della struttura didattica speciale veterinaria del campus di Grugliasco. I medici di anatomia patologica del campus hanno eseguito l’autopsia sul cavallo morto al palio (frattura della seconda vertebra cervicale. La morte è stata istantanea). Il professore critica l’uso del canapo. Dice: “E’ un sistema che espone a rischi perché intralcia le zampe. I cavalli di oggi sono più veloci di quelli di una volta e quindi sono molto più nervosi e nevrili”. ” Per continuare a fare manifestazioni di questo genere è importante continuare a lavorare sulla sicurezza”.
Tratto da Corriere della Sera e La Stampa – 17 settembre 2013