Una nuova regia per “misurazione e valutazione delle performance delle pubbliche amministrazioni”, con la messa a punto di criteri semplici, trasparenti ed efficaci, non più slegati da target economici. Il tutto in 8 articoli, contenuti in un decreto del presidente della Repubblica pubblicato in Gazzetta Ufficiale per entrare in vigore il 2 luglio. Il decreto attua un comma dellla legge 114 del 2014 che aveva introdotto le prime semplificazioni del governo Renzi per la pubblica amministrazione. Il provvedimento, in pratica, ridisegna le «giurie» chiamate a dare un voto ai dipendenti. Il controllo delle pagelle degli statali, innanzitutto, passa sotto il cappello della presidenza del Consiglio dei Ministri, alle dirette dipendenze del dipartimento della funzione pubblica che si potrà avvalere di una Commissione tecnica, composta da cinque super-esperti. Il decreto è il primo passo per una rivisitazione completa delle regole sulla valutazione. Il provvedimento quadro in materia sarà il Testo unico sul pubblico impiego.
Statali, i premi collegati al voto di 5 super-esperti
dal Messaggero. Molte delle storture le aveva messe in luce uno studio condotto da due esperti della Banca d’Italia, Roberta Occhilupo e Lucia Rizzica, pubblicato all’inizio di quest’anno. Andando a spulciare tra i premi assegnati ai dipendenti di prima e seconda fascia della Pubblica amministrazione, via Nazionale aveva osservato come, a fine anno, l’incentivo andasse a tutti e praticamente per la stessa cifra. Al ministero del Lavoro nel 2012, l’anno preso come riferimento, avevano osservato per esempio i tecnici della Banca d’Italia, i dirigenti di prima fascia ricevono 10.329 euro in cinque casi su 19, oppure 11,591 (13 casi su 19), solo un dirigente ha ricevuto 16,938 euro. Al ministero della salute 11 dirigenti di prima fascia su 12 hanno ricevuto 31.932 euro. Infine, al ministero delle politiche agricole sei dirigenti su dieci hanno ricevuto 35.000 euro, tre 38.000 e solo uno ne ha ricevuti 75.000. Non è che per i dirigenti di seconda fascia, quelli di livello più basso, le cose fossero andate diversamente.
NIENTE DISTINZIONI La retribuzione di risultato, sempre nello stesso anno, è stata pressoché uguale per tutti: al ministero dell’economia tutti i 509 dirigenti di seconda fascia hanno ricevuto 6.879 euro; al ministero del lavoro, 118 su 122 hanno ricevuto 6.415 euro. E non è che scendendo ancora più giu nella scala gerarchica, arrivando ai dipendenti pubblici, le cose siano poi tanto diverse. Basta ricordare i premi erogati dal Comune di Roma con il salario accessorio per ottenere i quali bastava anche la semplice presenza al lavoro. Insomma, fino ad oggi qualcosa nel meccanismo utilizzato nella Pubblica amministrazione per misurare le performance dei dipendenti non ha funzionato. Proprio per questo il governo ha deciso di cambiare registro. In Gazzetta Ufficiale è stato appena pubblicato un decreto del Presidente della Repubblica che attua un comma dellla legge 114 del 2014 che aveva introdotto le prime semplificazioni del governo Renzi per la pubblica amministrazione. Il provvedimento, in pratica, ridisegna le «giurie» chiamate a dare un voto ai dipendenti. Il controllo delle pagelle degli statali, innanzitutto, passa sotto il cappello della presidenza del Consiglio dei Ministri, alle dirette dipendenze del dipartimento della funzione pubblica.
Fino ad oggi era appannaggio della Civit, la Commissione per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle pubbliche amministrazioni, recentemente assorbita dentro l’Anac, l’Authority anti-corruzione guidata da Raffaele Cantone. Per controllare la valutazione dei dipendenti pubblici, il dipartimento della funzione pubblica, secondo il Dpr appena pubblicato in Gazzetta, potrà avvalersi del supporto di una Commissione di super-esperti composta da cinque membri che saranno scelti tra professori universitari, dirigenti pubblici e specialisti della materia che potranno arrivare anche dal privato purché, precisa il provvedimento, abbiano «requisiti di competenza, esperienza e integrità». Oltre alla commissione, il ministero guidato da Marianna Madia, potrà contare anche su una task force di altri venticinque elementi.
LE ALTRE NOVITÀ Ad essere ridisegnati poi, sono anche gli «Oiv», gli organismi indipendenti di valutazione oggi presenti in ogni amministrazione. Chi ne fa parte dovrà essere iscritto ad un apposito albo in modo da rafforzarne l’autonomia. Il ministero dovrà anche semplificare le griglie di valutazione, promuovendo delle linee guida e dei criteri efficaci da collegare anche al raggiungimento di target economici.
Il provvedimento è comunque soltanto un primo passo. Con il rinnovo del contratto, che entrerà nel vivo nei prossimi giorni, sul tema della valutazione ci saranno altre novità. Verrà per esempio, attuata una norma della legge Brunetta rimasta fino ad oggi lettera morta. Si tratta della divisione in tre fasce dei dipendenti pubblici: il primo 25%, i più bravi, che dovranno dividersi il 50% del monte totale dei premi. Una seconda fascia che comprende il 50% dei dipendenti, a cui andrà il restante 50% dei premi. E, infine, una terza fascia, il 25% meno produttivo, che invece non riceveranno nessun incentivo. Poi nel testo unico sul pubblico impiego, che arriverà tra la fine di luglio e l’inizio di settembre, la materia sarà di nuovo razionalizzata.
Il Messaggero – 19 giugno 2016