A gennaio 2013 circa cinque miliardi di scoperto, a novembre poco meno di quattro: è il risultato che il settore dei biomedicali (dalle siringhe alle Tac) ha ottenuto in gran parte grazie alle risorse messe in campo dal decreto sui debiti Pa.
Perché dalla direttiva contro i ritardi nei pagamenti di segnali tangibili nonce ne sonomolti. In Calabria il tempomedio per i pagamenti supera ancora i 900 giorni e in alcune strutture, come un’azienda ospedaliera sempre calabrese, si oltrepassanoaddirittura i 1.300 giorni (si veda il Sole 24 Ore del 9 gennaio) contro una media nazionale a novembre 2013 di 225 giorni (ma c’è chi salda entro 35 giorni).
«Il pagamento delle fatture correnti, che dal 2013 dovevano essere saldate a 60 giorni, non sta avvenendo, innescando così un ritardocronico, chenonci fa essere ottimisti sul futuro dei nostri crediti» ha detto Stefano Rimondi, presidente di Assobiomedica, l’associazione delle imprese del settore. E a guardare le denunce di Assobiomedica gli esempi non mancano.
Un’azienda di una regione “virtuosa” dal punto di vista sanitario del Centro-Nord ha proposto alle imprese di portare i pagamenti a 180 giorni, data emissione fattura. Un’altra del Centro Sud ha puntato durante l’estate a “ufficializzare” i 90 giorni e così anche una del Sud. Esempi di un fenomeno che riguarda poco meno del 50% delle aziende, senza distinzione geografica per una volta.
Ec’è anche chi dopo aver chiesto uno, due o più mesi di tempo nel bandoalle imprese, alla protesta per il mancato rispetto della norma ha risposto: «Oops! ci siamo sbagliati … solo un errore di stampa: correggeremo subito il tiro …». Come dire: a volte una legge si trasgredisce anche non rileggendo meglio.
Il Sole 24 Ore – 13 gennaio 2014