Nascono i primi strumenti di tutela delle imprese contro i ritardi nei pagamenti. La Consip, la più grande centrale di acquisto pubblica che ogni anno gestisce gare per 6,6 miliardi, ha cominciato a rivedere le clausole dei contratti con i fornitori e a prevedere un mix di strumenti di “difesa” per le aziende costrette ad attendere mesi, e a volte anni, il saldo della fornitura.
Sono due, di fatto, le linee di intervento per contrastare il fenomeno: da un lato, una serie di garanzie a tutela delle imprese, che, per la prima volta vengono esplicitamente autorizzate a bloccare le forniture alle amministrazioni inadempienti, dall’altro, un incentivo alla puntualità per la Pa, con la richiesta all’impresa di praticare un piccolo sconto all’ente che paga in anticipo o con domiciliazione bancaria.
Le scelte di Consip nascono dall’allarme sui danni che i ritardi nei pagamenti stanno creando in primo luogo alle aziende ma, di conseguenza, anche al sistema Consip, basato sulla massima partecipazione alle gare per ottenere i prezzi migliori.
Come la società del Tesoro ha segnalato anche alla Corte dei conti, di fatto nessun ente pubblico rispetta i nuovi tempi di pagamento, in vigore da gennaio: 60 giorni per la sanità e 30 per gli altri settori. Il corto circuito è particolarmente grave proprio nella sanità, da quando le Asl sono state obbligate ad approvvigionarsi per alcune categorie merceologiche solo da Consip. «Il debito accumulato dalle Pa, la crisi di liquidità e gli alti costi di partecipazione alle gare – scrive la Corte dei conti nella relazione su Consip – stanno disincentivando la partecipazione e quindi la competizione». Questa «fuga» da Consip alla fine costa anche alle amministrazioni: più è bassa la partecipazione alle gare e più è alto il rischio di pagare di più il bene o il servizio richiesto.
Da qui la necessità di correre ai ripari, sia con le garanzie che con gli sconti.
Le garanzie
Le clausole di salvaguardia inserite nelle ultime convenzioni Consip consentono all’impresa di bloccare la fornitura se arriva da un “cliente” moroso.
«In caso di ordinativi effettuati da amministrazioni verso le quali il fornitore vanta un credito certo, liquido, esigibile e non più contestabile – si legge nello schema di convenzione – il fornitore è legittimato a sospendere l’esecuzione dell’ordinativo». Dunque stop alle consegne per crediti pregressi «certi, liquidi ed esigibili». E a ulteriore garanzia dei crediti la Consip chiederà alle amministrazioni di iscriversi preventivamente alla piattaforma di certificazione dei crediti.
La sospensione è facoltativa, può scattare in teoria fin dal primo giorno di ritardo e senza soglie minime di importo, tranne per i servizi essenziali sempre garantiti, per i quali si sono studiate altre forma di tutela (comprese le garanzie bancarie).
Lo sconto
La Consip ha anche scelto di chiedere ai vincitori dei lotti, in fase di esecuzione del contratto, una riduzione rispetto al prezzo di aggiudicazione. La percentuale è variabile e stabilita, caso per caso.
Non solo: diverse modalità di riduzione possono essere previste, oltre che per i pagamenti anticipati anche per chi salda con bonifico bancario, e per l’amministrazione che fin dall’ordine permette al fornitore di cedere subito il credito, saltando lunghi passaggi burocratici.
La prima convenzione ad essere attivata è quella per l’energia elettrica (undicesima edizione). Qui lo sconto è entrato direttamente nella gara, come elemento che attribuiva maggior punteggio agli offerenti.
Con risultati positivi, sia per i fornitori che per gli enti. «Le Pa virtuose – spiega la Consip – potranno risparmiare fino a 2,5 euro ogni Megawattora». In totale per la Pa significa una ulteriore riduzione del 3,3% del prezzo dell’energia, oltre al ribasso che sarà offerto in gara. Per le aziende, un costo che è comunque inferiore rispetto a quello sopportato per i ritardi, o per lo sconto delle fatture non pagate.
Il Sole 24 Ore – 16 dicembre 2013