Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Paolo Gentiloni in qualità di Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, ha approvato, in esame definitivo, il decreto che introduce norme in materia di riorganizzazione delle competenze nel sistema di erogazione degli aiuti comunitari cui sono preposti l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA) e il sistema degli Organismi pagatori riconosciuti,
Di seguito le principali previsioni
1. Riorganizzazione dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA)
Riorganizzazione dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA) e riordino del sistema dei controlli nel settore agroalimentare, in attuazione dell’articolo 15 della legge 28 luglio 2016, n. 154
Il decreto, in attuazione dell’articolo 15 della legge delega e in linea con la nuova politica agricola comune 2014-2020, prevede la riorganizzazione dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA), in modo da renderla maggiormente rispondente alle specifiche esigenze del settore e da assicurare il raggiungimento di diversi
obiettivi:
– migliorare la qualità dei servizi erogati alle imprese agricole;
– razionalizzare e contenere la spesa;
– innalzare l’efficienza del sistema di pagamenti;
– rivedere e ottimizzare il modello di coordinamento degli organismi pagatori a livello regionale;
– rivedere l’attuale sistema di gestione del SIAN (Sistema Informativo Agricolo Nazionale);
– ottimizzare l’accesso alle informazioni, mediante la realizzazione di una piattaforma informatica che permetta una più forte integrazione tra le articolazioni regionali e la struttura centrale.
Infine, il decreto mira ad assicurare in modo più strutturato e netto la separazione tra le funzioni di Organismo di coordinamento e di Organismo pagatore attribuite all’AGEA. (Mipaaf).
ZAIA: FORZATURA INACCETTABILE
“La riforma di Agea, approvata oggi dal Consiglio dei ministri rappresenta un grave atto di insensibilità istituzionale e di lesione dell’autonomia regionale, a discapito degli agricoltori e dei contribuenti”. Il presidente della Regione Veneto contesta nel merito e nel metodo la decisione del Consiglio dei ministri di dare il via libera al decreto legislativo attuativo della legge delega 154/2016, relativo al riordino di Agea, l’agenzia che gestisce erogazione e rendicontazione di tutti i fondi comunitari dedicati al settore primario.
“Un governo, ormai arrivato al capolinea, ha approvato a tempo scaduto un provvedimento che non ha avuto l’intesa favorevole della Conferenza delle regioni e né ha superato tutti i passaggi dell’iter parlamentare – prosegue il governatore del Veneto – Realismo e saggezza politica avrebbero dovuto consigliare ad un governo uscente di aspettare il pronunciamento della Corte Costituzionale sulla questione di legittimità sollevata dal Veneto sulla legge delega 154 in merito alla cosiddetta razionalizzazione del sistema informativo agricolo. Invece, il consiglio dei ministri ha preferito compiere in extremis un atto di forza”.
Il decreto di riordino delle funzioni di Agea approvato oggi accentra nell’organismo nazionale i ruoli di coordinamento, pagamento e controllo, nonché di gestione informatica delle procedure di erogazione dei fondi europei e di pagamento agli agricoltori. La riforma rende obbligatoria l’omologazione informatica tra sistema informativo statale e sistemi informativi regionali, obbligando di fatto tutte le regioni, e i relativi organismi pagatori, a uniformità di procedure e di organizzazioni. Inoltre accentra in Agea anche le funzioni di controllo (prima svolte da Agencontrol) facendo coincidere in un unico ente due attività, erogazione e controllo, che le regole della buona amministrazione suggeriscono sia sempre distinto.
“Da parte nostra, attendiamo fiduciosi il pronunciamento dei giudici della Consulta sulla legge delega che abbiamo impugnato già nel 2016 e siamo pronti a intraprendere ogni via legale per far decadere il decreto attuativo. Anzi, invito sin d’ora il nuovo Parlamento ad intervenire per correggere una norma che lede l’autonomia delle Regioni e il principio di efficienza dell’amministrazione”.
“Per il Veneto – prosegue il presidente – la decisione di accentrare la gestione dei procedimenti amministrativi relativi all’agricoltura e all’acquacoltura nel sistema Agea, imponendo alle Regioni di adeguare il loro sistema informativo a quello nazionale, rappresenta un dispendioso passo indietro, se non addirittura un danno evidente. Perché il Veneto dovrebbe farsi carico, in nome di una imprecisata uniformità nazionale, di una spesa consistente per abbandonare il proprio sistema informativo agricolo, che si è rivelato funzionale ed efficiente, e adottare quello di Agea, che tutti definiscono lento e farraginoso, poco efficiente e poco trasparente? Tutto ciò lede non solo l’autonomia regionale, ma anche il principio dell’efficienza dell’amministrazione e dell’economicità nella gestione del denaro pubblico”.
“Il riordino di una istituzione così importante per il settore agricolo, che gestisce erogazione e rendicontazione di tutti i fondi comunitari dedicati al settore primario – conclude il presidente veneto – merita certamente migliore attenzione, anche da parte delle organizzazioni agricole, e non certo di essere approvato con un colpo di mano a legislatura ormai finita, da un governo in carica solo per l’ordinaria amministrazione”. (Regione Veneto)
17 maggio 2018