«A proposito di nuovo ospedale, prima di discutere di se, dove, come e quando farlo, mi piacerebbe parlare di cosa metterci dentro. Delle funzioni, delle competenze, delle professionalità. Insomma, del contenuto piuttosto che della forma».
Leonardo Padrin, ieri sera all’Hotel Crowne Plaza di via Po, è andato subito al sodo. Il consigliere regionale del Pdl e presidente della commissione veneta Sanità, di fronte alle oltre 500 persone che hanno raccolto l’invito della sua associazione «Più Padova», è entrato «a gamba tesa» nel dibattito sul nuovo polo medico-sanitario progettato nella zona di corso Australia, in un’area privata quasi di fronte allo stadio Euganeo. «Quelli di oggi – ha detto Padrin – sono tempi di decisioni importanti e coraggiose. E mi piacerebbe, ad esempio, che i project financing (la tecnica di finanziamento scelta dal governo regionale, ndr) servissero per alimentare la concorrenza e non, invece, per limitarla. E poi mi aspetterei, da parte di tutti, un po’ più di orgoglio e non soltanto soluzioni di cemento armato. Perché siamo chiamati a difendere un patrimonio fondamentale per la salute, e dunque per la vita, di ogni padovano».
Parole che sono sembrate «frecciate» verso sia la Regione (intesa come il governatore Luca Zaia) che Palazzo Moroni. Quest’ultimo, infatti, appena due giorni fa, ha sottoscritto l’accordo di programma, giunto da Venezia, nel quale si legge che il nuovo ospedale dovrebbe appunto essere realizzato in project financing e costare circa 643 milioni di euro, di cui 318 stanziati dal pubblico (sperando in qualche finanziamento statale ex articolo 20).
Ad ascoltare Padrin e, soprattutto, il direttore generale dell’Azienda ospedaliera, Claudio Dario (poco politico e molto tecnico il suo intervento), ieri sera al Crowne Plaza, c’erano parecchi volti noti della sanità padovana. Tra i tanti presenti, dottori e professionisti del settore, anche i consiglieri a Palazzo Moroni Giampiero Avruscio (Pdl), responsabile del reparto di Angiologia all’ospedale Sant’Antonio, e Beatrice Dalla Barba, direttrice del dipartimento di Pediatria in Azienda ospedaliera. E poi il preside della Scuola universitaria di Medicina, il professor Giorgio Palù, il presidente della Croce Verde, Lucio Terrin, e l’ex direttore sanitario dell’Usl 16, Daniele Donato. E ancora numerosi tra medici, sindacalisti e lavoratori.
Corriere Veneto – 6 giugno 2013