«La riorganizzazione delle Asl venete sottodimensionate rispetto ai parametri del nuovo Pssr, resta un obiettivo da raggiungere a medio-lungo termine, quindi non prima di tre anni»
«Nessuno tocchi l’Usl 21». Il consiglio comunale di Legnago venerdì sera ha ritrovato un’uniformità di intenti proprio sulla difesa preventiva dell’unità sanitaria che fa capo alla città del Torrione. Ma il presidente della comissione Sanità in Regione Leonardo Padrin ieri a Bussolengo, ha spiegato che «prima di tre anni nulla verrà cambiato». L’assemblea legnaghese ha comunque approvato all’unanimità un ordine del giorno presentato dal consigliere di minoranza Claudio Marconi, Pd, che impegna il sindaco Roberto Rettondini a salvaguardarla. «Il sindaco – ha detto Marconi – ha spiegato di avere avuto assicurazioni sia dall’assessore regionale alla Sanità Coletto che dal sindaco di Verona Tosi che l’Usl 21 non verrà soppressa. Considerato che il primo non deciderà, visto che su questa materia la competenza è stata assegnata alla commissione regionale (quella presieduta proprio da Padrin, ndr) che e che il secondo ha poca voce in capitolo, non mi pare che ci sia molto da fidarsi. Ecco il perché di questo ordine del giorno». Una proposta che è stata accolta sia dal resto della minoranza che dalle «forze di governo». «A mio avviso il difendere l’ospedale e l’Usl non è solo il compito del sindaco ma addirittura di ogni singolo cittadino, per cui l’approvazione di questa proposta era scontata», il commento del primo cittadino. «Della soppressione dell’Usl 21 si è parlato solo come di un’ipotesi ed io, in sede di conferenza dei sindaci, ho immediatamente contattato i miei referenti avendo assicurazioni sul fatto che si trattava di una sciocchezza, visto che il ridisegno delle Usl deve essere deciso da una legge regionale. Nonostante questo, i miei colleghi sindaci sembravano non credermi. A quel punto me ne sono andato».
Padrin: «L’Ulss 21 conserverà l’autonomia». Per ora
Leonardo Padrin, presidente della V commissione Sanità, ha smentito l’ipotesi di un accorpamento con l’azienda 22 di Bussolengo. Il consigliere ha respinto con decisione anche le voci riguardanti il ventilato commissariamento dell’azienda sanitaria legnaghese
Legnago. «L’Ulss 21 per ora non si tocca, anche se la riorganizzazione di questa come delle altre aziende sanitarie venete, sottodimensionate rispetto ai parametri del nuovo piano socio-sanitario, resta un obiettivo da raggiungere a medio-lungo termine, quindi non prima di tre anni». Così Leonardo Padrin, presidente della IV commissione regionale Sanità ha messo fine alla ridda di voci, circolate la scorsa settimana dentro e fuori le stanze dei bottoni veneziane, sul possibile accorpamento dell’azienda sanitaria legnaghese all’Ulss 22 di Bussolengo. Infatti, secondo i criteri approvati qualche mese fa in Regione, i 160mila residenti nel territorio della 21 non sono sufficienti a raggiungere la quota di 250mila utenti, ovvero il tetto minimo indispensabile per mantenere autonoma un’azienda sanitaria. Padrin, durante la visita effettuata ieri mattina all’ospedale di Bovolone, dove era stato invitato dal consigliere provinciale del Pdl Mattia Galbero, ha voluto rassicurare sul futuro della circoscrizione sanitaria che fa capo a Legnago sia il direttore generale Daniela Carraro che i numerosi sindaci della Bassa intervenuti all’incontro. «La modifica dell’assetto delle Ulss», ha precisato Padrin, «non può diventare operativa dall’oggi al domani, mediante proclami. Spostare le sedi amministrative e servizi sanitari significa creare disagi ai cittadini». Così ha osservato: «Per questo i direttori che verranno nominati a fine anno dal presidente Luca Zaia, compreso quello che si insedierà a Legnago, avranno tutto il tempo di terminare i loro mandati, che scadranno fra tre anni, prima di veder attuato il riassetto delle Ulss. Questo lasso di tempo, tuttavia, servirà per avviare il dibattito sulla nuova organizzazione territoriale». Padrin ha anche respinto con decisione l’ipotesi, emersa da indiscrezioni, di un commissariamento dell’azienda di via Gianella con il conseguente affidamento in gestione ad Alessandro Dall’Ora, direttore generale dell’Ulss di Bussolengo. «Le schede ospedaliere che l’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto ha promesso di consegnare entro lunedì prossimo», ha rimarcato il presidente della V Commissione, «si basano sulle 22 Ulss attuali. Quindi, anche il numero di direttori generali designati rimarrà invariato. D’altro canto non mi è giunta alcuna notizia su un commissariamento della 21». Anche per Giancarlo Conta, consigliere regionale del Pdl, «quelle circolate sul riassetto dell’Ulss legnaghese sono tutte illazioni senza fondamento». La necessità di mantenere la sede dell’azienda sanitaria a Legnago è stata sottolineata anche da Paolo Marconcini, primo cittadino di Cerea e presidente della Conferenza dei sindaci della Bassa: «L’Ulss 21 con tutti i suoi servizi deve rimanere, per questioni logistiche, a Legnago». L’importanza dell’unità sanitaria della pianura veronese è stata evidenziata dallo stesso dg Carraro: «La nostra Ulss si è posta come apripista a parecchie iniziative di razionalizzazione e di contenimento dei costi, caldeggiate oggi dalla Regione in tutte le altre aziende sanitarie. Basti pensare alla scelta di inviare per via digitale le ricette mediche o i referti delle analisi. Questo contribuisce a ridurre le code agli sportelli». In difesa della sede amministrativa dell’Ulss 21 si è schierato anche l’ultimo Consiglio comunale, riunito a Palazzo de’ Stefani. Maggioranza ed opposizione hanno votato compatte a favore dell’ordine del giorno d’urgenza, presentato in assemblea da Claudio Marconi, consigliere e segretario del Pd. Il documento ha impegnato il sindaco Roberto Rettondini, «a farsi promotore di tutte le azioni affinché la sede dell’Ulss resti a Legnago, anche nella prospettiva di una diversa aggregazione territoriale».
Corriere del Veneto e L’Arena – 2 ottobre 2012