Il presidente della commissione Sanità, Leonardo Padrin, sarà il capogruppo della rinata pattuglia di Forza Italia in consiglio regionale. Il suo vice sarà Mauro Mainardi, con loro ci saranno Remo Sernagiotto e Davide Bendinelli: «Una scelta per fare chiarezza – dice Padrin – La nostra visione è quella di un bipolarismo competitivo fra centrodestra e centrosinistra e siamo convinti che alcuni colleghi, che ora sono indecisi, presto scioglieranno i loro dubbi prendendo posizione su questa linea».
Sempre ieri il senatore trevigiano Maurizio Sacconi è stato eletto capogruppo dell’altra compagine ex Pdl, Nuovo Centrodestra, a Palazzo Madama: «Toccherà a noi operare con tenacia ed intelligenza affinché la legislatura prosegua il suo corso» ha detto. (Corriere Veneto)
È già battaglia in Consiglio tra Forza Italia e alfaniani
di Filippo Tosatto. È l’undicesimo gruppo di un’assemblea regionale che si annuncia frammentata e burrascosa. È il quartetto della rediviva Forza Italia, costituito dai consiglieri Leonardo Padrin (capogruppo), Mauro Mainardi (vice) e Davide Bendinelli, spalleggiati dall’assessore Remo Sernagiotto. «Abbiamo agito così per garantire trasparenza e proseguire il percorso politico avviato con la nostra candidatura e la nostra elezione», commenta Padrin, sottoposto in questi giorni a martellanti (quanto vane) pressioni alla desistenza da parte alfaniana «comprendiamo quelli che hanno fatto una scelta diversa, così come quelli che ancora non hanno deciso. Credo comunque che questa nostra decisione renda anche loro più liberi, perché i cittadini devono avere chiare le posizioni dei loro interlocutori. Il nostro programma? Sarà all’insegna del rigore amministrativo, con proposte innovative». L’accenno non è casuale. La forza d’attrazione forzista (alimentata da sondaggi che accreditano al partito di Berlusconi la grande maggioranza dei consensi nel polo moderato) minaccia ulteriori erosione nella compagine del Pdl-Nuovo centrodestra: Moreno Teso ha deciso di aderire «temporaneamente» al gruppo misto; Renato Chisso fatica a resistere al richiamo del vecchio amico Giancarlo Galan; altri consiglieri si interrogano sul loro futuro elettorale lontani dalla scuderia del Cavaliere… Chi l’ha presa malissimo è il capogruppo pidiellino Dario Bond, che metterà a disposizione il mandato: «Non posso nascondere il rammarico, i miei sforzi sono sempre stati indirizzati alla difesa dell’unità e alla fine, purtroppo, è prevalsa la logica della divisione. Ora vogliamo rafforzare il Pdl, facendolo diventare il vero centrodestra del Veneto, con uno spiccato senso di appartenenza al territorio e alle sue peculiarità, ma con la capacità di incidere anche sulla politica nazionale». Scontata, in ogni caso, la sua conferma nel ruolo di speaker. Dietro i commenti ufficiali, intanto, si profila un duro scontro di potere. I falchi pidiellini meditano la rimozione «punitiva» di Padrin dalla presidenza dell’influente commissione sanità: «Ora rappresenta 4 consiglieri, non più 17», la motivazione. L’interessato non si scompone e rilancia: «Forza Italia non intende chiedere rimpasti ma se altri ricorreranno al manuale Cencelli, allora sarà inevitabile ridiscutere tutto, inclusa la distribuzione degli assessorati, dove ora il Pdl è sovradimensionato». Il messaggio è rivolto all’acerrimo rivale, il vicepresidente della giunta Marino Zorzato, che oggi riunirà le truppe. Nella coalizione che sostiene Luca Zaia si manifestano crepe e smottamente. Arginarli non sarà compito agevole. (Il Mattino di Padova)
23 novembre 2013