Cinque giorni di congedo obbligatorio per i papà al momento della nascita del figlio: lo ha introdotto un emendamento alla legge di Bilancio passato in commissione Lavoro alla Camera. Inoltre un secondo emendamento solleva le aziende con meno di 9 dipendenti dall’anticipo dell’assegno di maternità, che verrebbe quindi pagato subito dall’Inps.
La Stabilità come varata dal governo aveva prorogato per un anno i due giorni di paternità obbligatoria oggi in vigore. L’emendamento quindi ne introduce tre in più, sempre pagati al 100%. Il presidente dell’Inps Tito Boeri si è detto favorevole nei giorni scorsi ai 15 giorni di paternità obbligatoria contenuti nel disegno di legge originato dal «Tempo delle donne 2015», inchiesta live della 27esima ora, blog del Corriere . Sostenitrice della misura fin dall’inizio, in quanto prima firmataria del disegno di legge depositato a palazzo Madama, è la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli. Convinta che gli attuali due giorni di paternità obbligatoria siano pochi è anche la presidente della Camera Laura Boldrini: «Che condivisione della genitorialità può esistere se si concedono al papà 48 ore per stare vicino al proprio figlio? Il nostro è tra i congedi di paternità più brevi d’Europa». A sollevare qualche dubbio è stata invece Emma Bonino, convinta che sia «eccessivo prescrivere l’obbligatorietà del congedo di paternità» in quanto «bisogna stare attenti a non entrare troppo nelle scelte individuali dei cittadini».
«Un più sostanzioso congedo obbligatorio dei padri è necessario per due motivi», interviene Titti Di Salvo, prima firmataria dell’emendamento passato in commissione Lavoro. «Per prima cosa non bisogna dimenticare che esiste un interesse pubblico nell’utilizzo del congedo di paternità in quanto una maggiore condivisione di compiti familiari aumenta la possibilità per le donne di restare al lavoro, con ricadute positive per l’economia nel suo insieme, e nello stesso tempo aumenta il benessere e l’equilibrio degli stessi bambini – spiega Di Salvo -. Inoltre l’obbligatorietà consente ai papà di esercitare un diritto che altrimenti non sarebbe scontato».
Con il passaggio da due a cinque giorni di congedo la copertura è salita da 20 a 50 milioni per il 2017. Da giovedì il testo arriverà al vaglio della commissione Bilancio. Quindi toccherà all’esame dell’aula di Montecitorio.
Rita Querzé – Il Corriere della Sera – 14 novembre 2016