Richiami non a norma, scambio di uccelli vivi nei parcheggi dei centri commerciali e abbattimento di specie protette. Giro di boa per la stagione venatoria iniziata a metà settembre e che si concluderà alla fine di gennaio e tempo di bilanci per chi contrasta l’attività di bracconaggio.
Sono dieci i cacciatori già identificati e deferiti all’autorità giudiziaria per diversi tipi di reato. Le doppiette sono state beccate a utilizzare richiami elettroacustici vietati. Una consuetudine che si ripete ogni stagione e che facilita l’arrivo degli uccelli e il loro abbattimento.
La metodologia di accertamento? I forestali di solito si appostano tra gli arbusti e la boscaglia nel fango fino alle prime luci dell’alba per ascoltare, controllare e vigilare che la caccia non sia praticata fuori dalle regole e per tutelare l’ambiente. Diversi cacciatori sono stati incastrati mentre abbattevano specie protette come tordi e fiste, molto ricercate e apprezzate dal punto di vista culinario negli spiedini invernali. La qualità della selvaggina li rende appetibili per il mercato nero.
I cacciatori sorpresi ad abbattere questi tipi di uccelli rischiano il sequestro o la confisca dei fucili e la sospensione della licenza da uno a tre anni.
L’episodio più eclatante è successo a Padova Est, nel parcheggio del centro commerciale di fianco all’Ikea. Gli uomini dei carabinieri forestali hanno sorpreso una persona che cedeva alcuni uccelli vivi da utilizzare come richiami.
Esemplari che sul mercato avrebbero fruttato migliaia di euro. L’indagine ha permesso di individuare una serie di irregolarità, tra cui quella della cattura di volatili con un sistema vietato di reti.
I bracconieri per altro sono soliti mettere anelli alle zampette degli uccelli che sono fuori legge. Numerosi sono poi controlli in materia sanitaria sul divieto di utilizzo di anatre come richiami vivi per evitare la diffusione dell’influenza aviaria e sull’offerta di ristoranti e trattorie. Il giro d’affari che ruota attorno al consumo di pietanze proibite è elevato sia sulle tavole dei locali pubblici, sia nelle abitazioni private.
IL Corriere del Veneto -5 dicembre 2017