Mancano gli spazi alla sanità padovana. E, quando ci sono, risultano inadeguati perché piccoli o fatiscenti. Con la conseguenza che Azienda Ospedaliera e, in misura maggiore Usl 16, sono costrette a pagare fior fiore d’affitti ai privati per avere a disposizione i locali necessari. Ogni anno poco meno di 750 mila euro escono dalle casse degli enti sanitari padovani per remunerare le società proprietarie degli stabili: una cifra che, con la spending review imposta dal governo (abbattimento del 15% delle locazioni) è di gran lunga inferiore rispetto agli anni passati, ma che potrebbe essere completamente azzerata se solo ci fossero le strutture adeguate. Come, appunto, il nuovo Policlinico.
Azienda Ospedaliera. Nell’attesa, via Giustiniani si prepara a sborsare 250 mila euro per l’affitto di 4.500 metri quadri in un capannone al civico 6 di via Inghilterra, preso in affitto nel luglio 2008 e riferito alla società OmniaDoc. Li dentro ci sono le cartelle cliniche, le pellicole radiografiche, i vetrini e le lastre. Insomma, li dentro, è conservato “l’archivio” della salute dei padovani. C’è un altro capannone, in via dell’Industria 40, che l’Azienda usa per stoccare i suoi beni: l’edificio è di proprietà, ma le condizioni non sono buone. «Stiamo studiando un’alternativa alle due sistemazioni», spiega il direttore amministrativo dell’Azienda Roberto Toniolo, «Lo stabile di via della Navigazione avrebbe bisogno di una ristrutturazione consistente perché presenta problemi di tipo edile. C’è uno studio quasi pronto che presenteremo alla Regione per risolvere le due situazioni». Va detto che l’Azienda, nel tempo, è riuscita ad abbattere in modo sensibile il costo degli affitti, soprattutto grazie all’operazione Odontoiatria: il reparto è stato riportato lo scorso anno in via Giustiniani ottenendo cosi un risparmio di 700 mila euro sulla sede di via Venezia.
Usl 16. L’ente di via degli Scrovegni spende tra affitti e spese condominiali quasi mezzo milione l’anno, 469 mila 775 euro per l’esattezza. Una cifra che si spiega con la natura stessa dell’Usl, vale a dire la sua distribuzione territoriale. Tuttavia l’Usl possiede un patrimonio immobiliare che – se potesse essere utilizzato – garantirebbe non pochi risparmi. Si tratta dell’area dell’ospedale Ai Colli, 30 mila metri quadrati coperti senza contare le aree verdi e i parcheggi. Le palazzine sono sette, la stragrande maggioranza delle quali richiede però notevoli interventi di recupero. Al momento, grazie all’aiuto della Fondazione Cariparo che ha sborsato 1,7 milioni di euro, si è messo mano solo a uno degli edifici, il padiglione 3. Per recuperare gli altri è stato avviato un found raising, ma il progetto è praticamente abortito visto che la cifra raccolta è stata di appena 50 mila euro.
Il mattino di Padova – 12 giugno 2016