Da 23 anni raccoglie le specie di farfalle e piccoli insetti tropicali da tutto il mondo, da sempre è meta delle gite d’istruzione di scolaresche da tutta Italia. Eppure ieri il parco «Casa delle farfalle-Bosco delle fate» in via degli Scavi a Montegrotto Terme ha rischiato di finire in cenere. Le fiamme, da poco prima delle 8 di ieri mattina, hanno intaccato la serra dei giardini tropicali che si trova a sud del Parco.
Fortunatamente l’intervento tempestivo della Municipale e dei vigili del fuoco ha consentito di circoscrivere le fiamme nell’area esterna alla recinzione, contenendo i danni, che comunque ammontano a un centinaio di migliaia di euro.
Ancora non si consce l’origine dell’incendio. Il verbale redatto dai pompieri dice che il fuoco è divampato in più punti lungo i 23 metri di recinzione esterna alla serra e al parco. Il che farebbe pensare a un incendio doloso. «Mi rifiuto di pensare che ci sia qualcuno che ci odi fino a questo punto – ribatte però Enzo Moretto, il direttore scientifico dell’area – sarà stato un corto circuito, tra lampade e impianti vari tutto il parco è circondato da fili elettrici».
Fortunatamente gli insetti sono stati posti quasi tutti in salvo. E’ scappato un pappagallo di razza «rosella comune», che i volontari stanno incessantemente cercando da ieri. Sono però morti tre piccoli draghi barbuti, docili rettili che somigliano alle iguane e che crescono in Australia, dove spesso convivono a stretto contatto con gli umani. Le farfalle sono state messe in salvo, la loro stagione deve ancora partire e in gergo si dice che devono ancora «sfarfallare». «Quando abbiamo saputo dell’incendio ci siamo precipitati tutti a salvare il salvabile, nell’area che ha preso fuoco per fortuna non c’erano molti animali, abbiamo dovuto mettere in salvo dal fumo quelli che si trovavano vicino – spiega Moretto – certo è che l’area della serra tropicale è andata distrutta, ma poteva andare molto peggio, non posso che essere grato ai vigili del fuoco che sono stati particolarmente bravi, tanti di loro mi hanno detto di aver portato qui in gita i loro bambini, per cui erano particolarmente coinvolti. Abbiamo ricevuto solidarietà da altri parchi scientifici in tutta Italia – spiega -. Noi abbiamo un’infinita quantità di specie molto rare, siamo uno dei primi parchi di questo tipo ad avere aperto in Europa. In Italia siamo il più conosciuto, non solo dai ragazzi che ci vengono in gita ma anche da studiosi di tutta Italia. Speriamo di riprenderci, abbiamo già 10 mila prenotazioni di visite scolastiche per la primavera. Al momento siamo chiusi, dobbiamo aprire tra qualche settimana per l’avvio della stagione e speriamo di recuperare il più possibile».
Dubbi su qualche vendicatore sconosciuto non ce ne sono. «In passato c’è stato qualche problema con gli animalisti ma non credo proprio che arrivino a tanto, e poi c’è sempre stato dialogo e sarebbe incredibile che proprio loro possano mettere a rischio la vita delle bestiole – spiega Moretto – io credo si tratti di un guasto, siamo assicurati, i nostri tecnici sono già al lavoro».
Roberta Polese – Corriere del Veneto – 16 febbraio 2014