Non sarà certo il commissariamento del Comune di Padova a bloccare l’iter per il nuovo ospedale. Il progetto va avanti e, quasi in risposta all’ultimo appello lanciato il 5 novembre al governatore Luca Zaia dal rettore dell’Università della città del Santo, Rosario Rizzuto («siamo contenti abbia reagito prontamente, abbiamo buone aspettative»), la Regione ha convocato per venerdì mattina a Palazzo Balbi il tavolo tecnico per la firma del nuovo accordo di programma. E’ la svolta: il documento, che dovranno sottoscrivere Regione, Comune, Azienda ospedaliera, Ateneo, Istituto oncologico veneto (Iov) e Provincia di Padova, darà il via alla parte operativa.
I contenuti della bozza rivelano tre passaggi importanti. Primo: l’approvazione trasformerà nella stazione appaltante del piano l’Azienda ospedaliera, che potrà dunque lanciare il bando di gara per l’affidamento della progettazione di una struttura da mille posti letto e 650 milioni di euro di costo, comprensiva del polo mamma-bambino e dello Iov, dotata di campus universitario con laboratori, aule per la didattica e alloggi per ricercatori. Secondo: l’area prescelta resta Padova est, voluta dall’ex sindaco Massimo Bitonci, che lo scorso 2 febbraio convinse la Regione a deliberare decaduto l’interesse pubblico su Padova ovest e che il 10 novembre, a 24 ore dal blitz notturno dei 17 consiglieri comunali dimissionari e responsabili della sua caduta, ha firmato la lettera di impegno di cedere a Palazzo Balbi i 383mila metri quadri di proprietà del municipio. La missiva annuncia pure che la firma dell’accordo di programma sbloccherà la liberatoria dei privati (cioè delle banche) al trasferimento alla Regione dei loro rimanenti 160mila metri quadri, destinati al campus. Terzo: alla sottoscrizione dell’atto, nascerà un tavolo tecnico tra Regione e Comune per decidere il destino dell’attuale cittadella sanitaria di via Giustiniani. Una parte sarà dedicata al Parco delle Mura, già approvato dall’amministrazione padovana, un’altra dovrebbe restare a vocazione sanitaria. L’idea è di mantenere il Pronto soccorso, il Policlinico (rifatto), il Giustinianeo, nucleo storico, e alcune cliniche, abbattendo le altre e il Monoblocco. Una volta inaugurato il complesso a Padova est, quello di via Giustiniani dovrebbe diventare il presidio cittadino al posto del Sant’Antonio, da riconvertire. Infine, mentre l’Azienda ospedaliera predisporrà il bando per la progettazione, che dovrebbe durare 6/8 mesi ed essere seguita dalla gara per l’edificazione, la Regione cercherà i finanziamenti. Inseriti nel bilancio preventivo i 150 milioni da corrispondere, 50 alla volta, negli anni 2017, 2018 e 2019, l’ipotesi è di chiedere gli altri 500 allo Stato o contraendo un mutuo. Non si vorrebbe ricorrere al project financing.
«Se siamo arrivati al passaggio decisivo lo dobbiamo a Bitonci — dice Fabrizio Boron, presidente della commissione Sanità — un sindaco tradito, che però ha lasciato ai cittadini un ultimo, fondamentale, atto d’amore. Una strada sulla quale chi sarebbe venuto dopo non poteva non proseguire». «E infatti il Comune è in grado di mettere a disposizione i terreni su cui costruire il nuovo ospedale — conferma Michele Penta, commissario prefettizio —. Per cederli alla Regione c’è bisogno di una delibera consiliare di ratifica, che farò io. La qualifica di commissario mi conferisce gli stessi poteri del consiglio comunale, quindi cederò a Palazzo Balbi i 383mila metri quadri del Comune e poi incontrerò i privati per acquisire ufficialmente i loro terreni». «La mia parte l’ho fatta — dichiara Bitonci — in due anni ho concretizzato trent’anni di chiacchiere. Una volta ottenuto l’impegno delle banche a svincolare la porzione mancante, con avvocati e tecnici abbiamo lavorato alla bozza dell’accordo di programma e ora spero che ogni ente coinvolto s’impegni per portare a termine un percorso importante per la sanità veneta. Poco importa se non sono più sindaco, le opere vengono prima degli uomini, anche se penso che l’accelerazione delle dimissioni del consiglio siano legate all’intento di boicottare il nuovo ospedale a Padova est».
Il riferimento è anche all’esposto del deputato del Pd Alessandro Naccarato, in base al quale la Guardia di finanza ha interrogato i consiglieri comunali sulla scelta della zona. Fatto sta che la convocazione del tavolo è un segnale politico importante da parte della Regione, nonostante il gelo calato tra il presidente Zaia e l’ex sindaco proprio per le lungaggini sulla cessione dell’area .
Michela Nicolussi Moro – 22 novembre 2016 – Il Corriere del Veneto