L’annuncio del cronoprogramma con tanto di posa della prima pietra (prevista nel 2019) suscita soddisfazione, ma i tanti tira e molla del passato e i veleni di questi giorni offuscano il panorama. E così Confindustria Padova esorta la politica a mettere da parte le divisioni una volta per tutte per mettersi a lavorare per la realizzazione di un’opera che interessa «tutti i padovani».
Il tema è il disco verde all’iter del nuovo ospedale approvato lunedì durante il vertice tra il governatore Luca Zaia, il sindaco Massimo Bitonci, il presidente della Provincia Enoch Soranzo, il rettore del Bo Rosario Rizzuto e il commissario dell’Azienda ospedaliera Luciano Flor: entro agosto la cessione dei terreni con diritto di superficie dal Comune alla Regione, entro settembre la firma dell’accordo di programma, entro aprile 2017 la conclusione delle opere urbanistiche e viarie, entro marzo 2018 la pubblicazione del bando, entro giugno 2019 l’apertura dei cantieri. Certo, sulla vicenda aleggia lo spettro dell’inchiesta aperta in seguito all’esposto del deputato Pd Alessandro Naccarato, che chiede di far luce su alcune operazioni immobiliari nell’area di Padova Est destinata al nuovo nosocomio dopo il dietrofront su Padova Ovest. A intricare la matassa ha provveduto poi la lettera di Tiziano Pinato, il responsabile regionale alla difesa del suolo che nel 2013 evidenziò il rischio idraulico di Padova Ovest e che invece lunedì (dopo aver ammesso di aver subito pressioni in tal senso come testimone al processo per tangenti che coinvolge l’ex capo di polizia giudiziaria Francesco Cappadona) ha chiesto di verificare ed eventualmente confutare quella relazione.
Intanto però le date ci sono: «Gli accordi – dice il presidente di Confindustria Padova Massimo Finco – sono una buona notizia che mette un punto fermo e chiaro su un progetto che ha accumulato negli anni un grave ritardo». Ed è proprio da qui che nasce la strigliata: «La logica vorrebbe che oggi le istituzioni e la politica si mettessero all’opera per mangiare un po’ di giorni a ogni tappa, superando divisioni e dispute politiche e valorizzando la partnership pubblico-privato. La magistratura, se rileverà profili di interesse, farà il suo lavoro. Ma è importante che la politica si concentri sul suo compito, che è prendere decisioni e portarle a compimento. La questione del nuovo ospedale non è di destra né di sinistra, né tanto meno di Bitonci o Zanonato: è semplicemente necessaria».
Parole condivise da Rizzuto, secondo cui il cronoprogramma è un passo decisivo per vincolare tutti gli attori a rispettare i tempi. In attesa di capire quale sarà la formula di finanziamento scelta, Finco chiede inoltre «un impegno convergente di tutti i parlamentari padovani e veneti, in particolare della maggioranza, perché accanto ai 150 milioni messi a bilancio dalla Regione, nella prossima legge di Stabilità si trovi spazio per finanziare il nuovo Policlinico».
Oggi Naccarato annuncerà nuovi dettagli sull’esposto consegnato in procura e domani alle 18 alla casetta della Prandina si parlerà di sanità «impantanata» con l’ex sindaco Ivo Rossi e altri esponenti del Pd. Immediata la replica di Bitonci: «Questi signori hanno il terrore che il sottoscritto e il presidente Zaia riescano a posare la prima pietra del nuovo ospedale. Un traguardo che la sinistra, malgrado abbia governato la città per 16 anni, non è nemmeno riuscita a sfiorare. L’area di Padova Ovest era ed è tutta di proprietà privata: Zanonato, Rossi e compagni non si sono mai nemmeno seduti attorno ad un tavolo per intavolare le trattative di esproprio».
Alessandro Macciò Davide D’Attino – Il Corriere del Veneto – 9 giugno 2016