Il consiglio regionale del Veneto ha approvato lo stanziamento triennale di 150 milioni per il nuovo ospedale di Padova: saranno erogati all’Azienda Ospedaliera (stazione appaltante dell’opera) che a fine giugno sarà chiamata a valutare il progetto presentato dal consorzio d’imprese Bovis, il cui costo è stimato in 646 milioni.
Per racimolarli, il governatore Luca Zaia ha già avviato negoziati in due direzioni: la Bei (Banca europea degli investimenti) che si è dichiarata disponibile a prestare 250 milioni; e il ministero della Salute, più recalcitrante, sollecitato ad aprire i cordoni della borsa sul versante dell’edilizia sanitaria. Non è escluso, anzi è probabile, che il restante fabbisogno sarà coperto con un project financing (cioè con il ricorso a capitali privati) ma in misura non superiore al 20% del totale. La prospettiva ha raccolto il consenso bipartisan dell’assemblea. «Il nuovo polo della salute di Padova si farà e questo investimento consente l’avvio concreto dei lavori», afferma Leonardo Padrin, capogruppo di Forza Italia e presidente della commissione sanità «è un atto di coraggio e una sfida per la pubblica amministrazione, chiamata a sviluppare un polo d’eccezione a livello regionale». Analoghe considerazioni da Piergiorgio Cortelazzo (Forza Italia per il Veneto) che tuttavia ha ribadito le perplessità sull’ubicazione ospedaliera a Padova ovest – che richiede ingenti spese di bonifica e sistemazione idraulica – sollecitando «maggiore elasticità» nella valutazione del sito più idoneo. Un sì convinto anche dal Pd: «Per noi si trattava di una priorità di bilancio e abbiamo raggiunto l’obiettivo, nonostante le ampie assenze nelle fila della maggioranza», il commento di Claudio Sinigaglia e Piero Ruzzante, «abbiamo agito con la convinzione che ogni mese di tempo perso in chiacchiere, comprometta l’eccellenza della sanità regionale e della scuola di medicina padovana». Favorevole anche Antonino Pipitone (Idv), che tuttavia ribadisce la sua opposizione al project («Uno spreco di denaro pubblico: costi altissimi e mani legate sui contratti»). Tre i contrari e tra questi Pietrangelo Pettenò di Sinistra Veneta: «Questi soldi saranno sottratti al fondo sanitario regionale, cioè dal budget che lo Stato ci mette a disposizione per i servizi essenziali ai cittadini. Altro che prima pietra, si tratta di un provvedimento elettoralistico a danno della gente».
Il Mattino di Padova – 14 marzo 2014