Una telenovela infinita, che si trascina da oltre un decennio. Piena di colpi di scena, rinvii e dietrofront. Dove si continua a dire e fare tutto e il contrario di tutto. E nella quale, ogni volta che sembra arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti, si ricomincia sempre daccapo. O quasi.
Eppure in gioco c’è il futuro della sanità veneta e della medicina di un territorio che ospita uno dei più antichi atenei del mondo, non un marciapiede di periferia (con tutto il rispetto per i marciapiedi di periferia). Stiamo infatti parlando del nuovo ospedale di Padova, di cui si persiste a discutere invano almeno dal 2004. Ieri, dando retta ai racconti della vigilia, doveva essere il giorno della stesura definitiva, da parte dei tecnici di Regione, Azienda Ospedaliera, Iov, Università, Comune e Provincia, dell’accordo di programma relativo alla collocazione dell’opera a Padova Est, cioè nell’area pubblico-privata di San Lazzaro, alle spalle del Net Center e della Kioene Arena, indicata dal sindaco Massimo Bitonci dopo l’affossamento di Padova Ovest. Manco a dirlo, però, l’intesa sul documento, che poi dovrà essere singolarmente approvato da tutti gli enti coinvolti nella partita, non è stata ancora raggiunta. Per colpa, pare, delle ormai consuete opposte visioni sull’argomento di Bitonci e del presidente della Provincia Enoch Soranzo, fermamente convinto che il terreno migliore in cui posizionare il nuovo ospedale sia quello dell’aeroporto Allegri. Ecco perché, nella speranza di superare queste divisioni e di far convergere tutti su Padova Est, il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Luciano Flor si è visto costretto a riaggiornare il tavolo tecnico a venerdì 7 ottobre prossimo, con l’obiettivo di firmare l’accordo dieci giorni più tardi e con l’augurio che questa sia la volta buona.
Nell’attesa, va però evidenziato che il cronoprogramma, presentato proprio da Flor in occasione dell’ultimo incontro tenutosi in Regione il 7 giugno scorso, risulta di fatto disatteso. Era infatti previsto che, entro il 31 luglio, dovesse essere pronta la bozza di accordo e che, entro il 31 agosto, lo stesso accordo fosse ratificato dal governatore del Veneto Luca Zaia. In modo che, entro il 30 settembre, il documento fosse sottoscritto dagli altri enti. Anche se non sembra più in discussione il fatto che l’opera venga collocata a San Lazzaro, nulla di quanto annunciato prima dell’estate è stato rispettato. Va poi segnalato un altro cambio di rotta. Perché, contrariamente a quanto più volte affermato sia da Bitonci che da Zaia, l’accordo in questione non fungerà da variante urbanistica (considerato che sulla carta, finché non sarà firmato l’accordo di programma, il nuovo ospedale è ancora posizionato a Padova Ovest e che l’area di Padova Est possiede tutt’oggi una destinazione residenziale/commerciale). «L’accordo che firmerò a breve e che poi porterò in consiglio per la ratifica – ha spiegato ieri il sindaco – non conterrà la variante urbanistica che arriverà soltanto in un secondo momento, quando ci sarà il progetto edilizio del futuro polo della salute».
Immediata la replica del segretario provinciale del Pd Massimo Bettin: «Mi pare di capire che quella che approderà in aula sarà soltanto una specie di letterina a Babbo Natale scritta su carta da formaggio. E mi sembra quindi evidente che Bitonci sta prendendo tempo, dato che non ha i numeri in Consiglio. La smetta di prendere in giro i padovani». Oggi, intanto, il Tar dovrebbe pronunciarsi sul ricorso avanzato da Finanza e Progetti Spa, cioè la compagine proponente del vecchio project financing di Padova Ovest. Le sorprese potrebbero non essere finite.
Davide D’Attino Il Corriere del Veneto – 28 settembre 2016