Cani sotto stress. Accade a Padova (nel territorio dell’Ulss 16 gli amici a quattro zampe sono 50mila, 30mila solo nel capoluogo), dove in un anno sono state registrate 500mila aggressioni a persone: di queste, la metà era diretta agli stessi proprietari del cane e alla cerchia dei familiari, in molti casi con morsi pericolosi. Le cause? Si va dai casi limite di Capodanno, con animali che reagiscono violentemente al terrore causato dai “botti”, alla errata (parola di veterinario) gestione del rapporto tra animale e uomo.
Gordon, quattrozampe di pastore australiano, la notte di Capodanno era terrorizzato. Così tanto che ha preso a morsi i padroni. Ma non era colpa sua. Era di qualche umano che a pochi metri da casa stava facendo esplodere dei petardi, innescando una reazione senza controllo. Sembra di assistere ad episodi isolati – questo poi ha una genesi particolare – ma può accadere di essere morsi da un cane mentre si passeggia. Se li mettiamo tutti in fila scopriamo un dato inquietante.
Nel territorio dell’Usl 16, dove vivono 50mila cani (a Padova 30mila) quest’anno sono stati 500 gli episodi di cani che hanno morso. In metà dei casi sono liti fra di loro, ma negli altri 250 casi hanno attaccato o i padroni o gli estranei. I numeri sono del dottor Aldo Costa, 58 anni, dirigente veterinario dell’Azienda sanitaria, da quaranta anni nel settore.
«Intanto questi sono i casi segnalati – precisa – o che hanno richiesto il nostro intervento. Il problema maggiore sono proprio i proprietari che rendono i cani soggetti esageratamente famigliari, riproponendoli come figure umane. Invece il progenitore del cane era il lupo, era un predatore che l’uomo si è fatto alleato. In millenni ha acquisito domesticità ma se lo tratto come un bambino creo un problema relazionale con lui, infatti il 70-80 per cento dei casi di morsi avvengono nei confronti dei proprietari. Quando avvengono in strada invece significa che il cane non è gestito bene».
E allora che si fa? «Ricordarsi che, senza indurre alla logica del capobranco che non mi piace e non serve, i ruoli devono essere chiari: sono io che dò da mangiare al cane quindi io gli dico anche cosa fare. Se non lo fa non mangia». Secondo aspetto, la scelta del cane. «Si stanno selezionando razze dal comportamento diverso da quello dell’italiano medio, cani di stazza e di indole particolare. Dunque quando si vuole un cane bisogna chiedersi: perché lo voglio? Quanti metri ho a disposizione in casa? Quanti figli ho? Un maremmano abruzzese in via Roma? È abituato a una vita indipendente e a decidere se chi arriva è amico o nemico… Magari un mastino napoletano è più abituato a stare vicino al padrone, mentre un border collie va in ansia se non gli fai fare qualcosa».
Dunque? «Andare da un veterinario e raccontargli questi aspetti, può darsi che sia meglio prendersi un pesce rosso… voglio dire che un animale può essere importante anche per l’attività indiretta, come un cincillà…»
Da chi indirizzarsi? «All’Usl abbiamo un consultorio zooantropologico gratuito che cerca di aiutare a gestire i rapporti perché ognuno individui il cane migliore, ci sono 500 razze e diverse linee di sangue».
E la sanità come interviene? «Dal 2002 ad oggi sterilizziamo i cani maschi: riduce il testosterone e migliora la compatibilita con la famiglia».
E quando il cane morde? «Ci fa ricordare quello che è, non è dolce e mansueto come una pecora no? Il cane morde solo quando entriamo in conflitto oppure se si trova a confrontarsi con un altro, fuori dal gruppo. Ma il morso crea un discrimine, il cane se lo segna, capisce che può comandare, è un vantaggio che ha acquisito. La risposta? se mi mordi non mangi che è come dire: non ti dò la paglietta. Gridare o picchiare non serve, i cani ricordano solo fatti accaduti in breve tempo. Oppure si può prendere una femmina che ha meno necessità di imporsi».
Mauro Giacon – Il Gazzettino – 4 gennaio 2015