È sempre più teso il clima fra lavoratori del comparto e direzione sanitaria in Azienda ospedaliera. Da inizio anno tra pensionamento e licenziamenti sono venuti meno settanta infermieri, carenza che non è stata colmata da nuove assunzioni. E, sempre da gennaio, sono 80 le assenze per maternità fra il personale di comparto che l’Azienda non ha provveduto a sostituire. Numeri che si traducono in malessere per i lavoratori: prestare servizio in perenne sotto organico significa sobbarcarsi turni massacranti e reperibilità a iosa. Saltano i riposi e persino fruire dei propri giorni di ferie diventa un lusso. «La situazione è al limite, o l’Azienda cambia passo o sarà proclamato lo stato di agitazione». A farsi latori del disagio dei dipendenti sono le organizzazioni sindacali. E l’autunno caldo è già qui. Cgil, Cisl e Uil marciano compatte e la sfida chiama in campo il direttore sanitario Daniele Donato. «Nell’ultimo incontro di lunedì scorso» si legge in una lettera alla Direzione firmata da Giancarlo Go (Cgil), Emiliano Bedon (Cisl) e Luigi Spada (Uil), «la Direzione non ci ha dato risposte soddisfacenti ai problemi che abbiamo sottoposto e che si trascinano da mesi. Le difficoltà in cui si trovano costretti a lavorare i colleghi, che si traduce anche nell’aumento esponenziale delle richieste di mobilità e licenziamenti, ci preoccupa molto. Per questo se all’incontro del 27 ottobre non saranno presentate soluzioni concrete saremo costretti a proclamare lo stato di agitazione». «I segnali del malessere sono diffusi ed eloquenti» denuncia Spada, «e sono stati portati al tavolo di confronto più volte e continuano a non avere alcuno spiraglio di soluzione». «Il disagio è grave» sottolinea Go, «basti pensare che nonostante la carenza di personale l’attività operatoria aumenta. Quest’anno – dato di fine settembre- i trapianti di fegato sono stati già 82, in tutto il 2016 sono stati 91. Gli effetti sono inevitabili: saltano i turni di riposo, i lavoratori sono costretti a coprire più reperibilità senza possibilità di recupero, gestire i turni diventa impossibile». «Oltre alle condizioni di lavoro che ormai sono per molti insostenibili» fa eco Bedon, «dobbiamo rimarcare come gli stessi problemi vengano denunciati da almeno un anno, senza che venga presa alcuna seria decisione per cambiare le cose. L’Azienda è un muro di gomma contro cui rimbalzano le legittime recriminazioni dei lavoratori. La Regione ha autorizzato le assunzioni eppure è stato coperto solo il primo trimestre dell’anno e siamo ormai al quarto. Questa è una inefficienza di cui la Direzione deve rispondere». (Elena Livieri)
IL MATTINO DI PADOVA – Giovedì, 19 ottobre 2017