di Fabrizio Forquet. È una seconda fase complessa, con non poche preoccupazioni, quella che il decreto sugli «80 euro in busta paga» lascia per i prossimi mesi. Si conta su un po’ di crescita in più, ma ci saranno ancora emergenze da gestire e misure da finanziare, a cominciare dal tiraggio della Cassa integrazione. E il primo a saperlo è il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan.
Padoan in questi giorni di Pasqua sta seguendo il lavoro dei tecnici alle prese con il testo definitivo del decreto che dovrebbe andare in Gazzetta giovedì prossimo. Si dice soddisfatto di un provvedimento che «taglia imposte sia alle famiglie sia alle imprese, rafforzando i consumi e la capacità competitiva». Ma non nasconde le preoccupazioni per quanto dovrà essere fatto nei prossimi mesi.
Si tratta infatti di trovare le risorse «per rendere strutturale il bonus fiscale che per ora abbiamo finanziato per il 2014». Ma non solo. Perché vanno trovati già quest’anno fondi aggiuntivi per la Cassa integrazione in deroga (almeno un miliardo), con «un impegno quantitativo e qualitativo, perché va anche attuata la delega sugli ammortizzatori». Ci sono poi le spese indifferibili, come le missioni internazionali. E tutto questo senza neppure considerare l’estensione del bonus agli incapienti (valore 1,5 miliardi) e alle partite Iva (impegno ancora più gravoso).
Rischio di manovre aggiuntive? Padoan non vuole sentirne parlare, ma ammette che bisognerà lavorare in questi mesi nelle pieghe del bilancio: «I capitoli sono tanti e troveremo le soluzioni per reperire le risorse necessarie. Se mi chiede se sono preoccupato, le dico che ci sono preoccupazioni tutti i giorni ma in questo momento escludo una manovra correttiva».
Questo per il 2014, perché poi c’è la partita del 2015, quando la spending review dovrà arrivare a coprire per intero, e in modo strutturale, il bonus da 10 miliardi. Se ne riparlerà con la manovra autunnale, ma le cifre indicate finora (3 miliardi dalla lotta all’evasione, 5 dai tagli agli acquisti di beni e servizi, 2 dalla politica) sono molto generiche.
«E infatti – dice Padoan – per il 2015 non le abbiamo scritte come coperture di una manovra con forza di legge. Sull’evasione siamo stati molto prudenti, inserendo come copertura solo il recupero già contabilizzato. Cioè 300 milioni per il 2014. Quella dei 3 miliardi per l’anno successivo è solo una stima, che però tiene conto dell’attuazione della delega fiscale che può portare ottimi risultati. In quanto ai tagli di spesa sono convinto che abbiamo il tempo per far decollare la spending review, anche in considerazione dei miglioramenti che ci saranno sul fronte della crescita».
Il Sole 24 Ore – 22 aprile 2014