La manovra alla firma di Napolitano «I fondi pensione? Non li stiamo svantaggiando, adeguiamo il trattamento fiscale ai valori europei». La legge di Stabilità, assicura il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, sarà presentata alla firma del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, stamattina.
Poi potrà iniziare l’iter parlamentare partendo dalla Camera. Nello stesso tempo a Bruxelles la Commissione continuerà a esaminare i documenti inviati dall’Italia per dare il suo giudizio il 29 ottobre. Ma non ci sono timori di bocciature. «Siamo all’interno delle regole e della flessibilità ammessa dal Patto di stabilità europeo» ha infatti sottolineato Padoan durante un’intervista televisiva al programma «in ½ ora» di Rai3. «Il rapporto deficit-Pil continua a scendere, l’obiettivo strutturale continua a migliorare. Siamo in condizioni eccezionali: è il terzo anno di recessione del Paese e il programma di riforme avviato è veramente importante» ha spiegato il ministro. che poi ha anche affrontato la questione degli sgravi contributivi per tre anni sulle assunzioni a tempo indeterminato. «Abbiamo mobilitato 1,9 miliardi, ma se non saranno sufficienti ci saranno risorse aggiuntive».
Su quante assunzioni potranno essere agevolate con 1,9 miliardi il ministro non si è sbilanciato.
«È molto difficile fare un calcolo preciso. Nessuno ha la misura di quanti possono essere i contratti a tempo indeterminato. Immaginiamo 800 mila posti di lavoro in tre anni» ha affermato. Secondo valutazioni che trapelano dai tecnici dello stesso ministero dell’Economia, con 1,9 miliardi si potrebbe finanziare al massimo la decontribuzione di 500 mila assunzioni. Poi serviranno altri fondi. Sul numero fatto dal ministro ha ironizzato il leader Fiom, Maurizio Landini, intervenuto ieri a «Che tempo che fa»: «Era stato più bravo Berlusconi che aveva detto un milione». «Sono stanco di sentire spot» ha concluso Landini.
Padoan ha quindi assicurato che la manovra disegnata con la legge di Stabilità «è fortemente orientata alla crescita» e non colpisce più di altri la classe media. «Questa volta pagheranno quelli che hanno una posizione di rendita, che hanno lucrato sugli sprechi» e «quelli che non hanno mai pagato, gli evasori fiscali». Quanto al Tfr in busta paga, il ministro assicura che non ci sarà il rischio di perdere il bonus di 80 euro mensili perché il calcolo per averne diritto verrà fatto sul reddito al netto dell’eventuale scelta di prendersi il Tfr.
I rapporti col sindacato e con la Cgil infine. «Sono due decenni che l’Italia non cresce, che il Paese è bloccato. La responsabilità è diffusa ed è forse anche del sindacato». Quanto in particolare al gelo che ormai avvolge i contatti tra il capo del governo Matteo Renzi e il segretario della Cgil, Susanna Camusso, Padoan si è detto «favorevole» a «qualunque dialogo con chiunque sia d’accordo con questa semplice regola: il paese va sbloccato altrimenti rischiamo grosso».
Intanto però ieri la Uil ha chiesto lo sblocco dei contratti del pubblico impiego minacciando, in caso contrario, di non rispettare più i limiti previsti per gli scioperi del settore.
Stefania Tamburello – Corriere della Sera – 20 ottobre 2014