Rotazione dei dirigenti che operano nelle aree a rischio corruzione. Obbligo di astensione in caso di conflitto di interessi. Giro di vite sulle incompatibilità. Tutela dei dipendenti che segnalano illeciti e casi sospetti di malaffare nella p.a.
La strategia anticorruzione degli enti pubblici e delle amministrazioni locali non farà sconti a nessuno. Arrivando persino a vietare ai dipendenti, che hanno esercitato poteri autoritativi o negoziali, di lavorare presso i privati (destinatari della loro attività) nei tre anni successivi alla fine del rapporto di lavoro con la p.a.
L’operazione pulizia nella pubblica amministrazione prevista dalla legge n.190/2012 entra nel vivo grazie alla firma da parte del ministro della funzione pubblica Gianpiero D’Alia della proposta di Piano nazionale anticorruzione. Il piano, come prevede la legge, è stato trasmesso alla Civit (la Commissione indipendente per la valutazione e l’integrità delle amministrazioni pubbliche a cui la legge 190/2012 assegna il ruolo di Autorità nazionale anticorruzione) che ora dovrà approvarlo. Si tratta di precetti immediatamente operativi salvo che per le regioni, gli enti locali e gli enti del Servizio sanitario nazionale che dovranno prima aspettare il via libera della Conferenza unificata.
ItaliaOggi – 13 luglio 2013