Il ministro per la PA e Semplificazione affronta i temi della riforma: mobilità, concorsi, tetti massimi, garanzie, contratti, trasparenza dei finanziamenti. “La riforma che stiamo portando avanti nella dirigenza della P.A. valorizza il merito di chi decide di entrare nello Stato”. Lo ha affermato il ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia nel corso di un’intervista a Repubblica Tv. “E’ giusto sbloccare i contratti, ma dobbiamo portare l’Italia fuori dalla crisi. Abbiamo dovuto trovare risorse prima di tutto per quanti sono disoccupati o guadagnano meno”.
Madia ha inoltre sottolineato l’intenzione del Governo “di migliorare la gestione dei fondi strutturali Ue, studiando misure con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio”.
“Noi abbiamo messo in atto un’inversione di tendenza importante. Abbiamo cancellato il trattenimento in servizio per esempio, perché bloccava l’entrata di giovani, ecco, questa norma non c’è più. Abbiamo anche fatto una norma che vieta a chi è in pensione di avere cariche dirigenziali. C’è da dire che noi ereditiamo trent’anni di ingressi malsani nella pubblica Amministrazione. I più giovani hanno difficoltà a entrare, noi stiamo puntando a migliorare la mobilità, dunque le possibilità”. Parole veloci. “I vincitori di concorsi non assunti devono essere garantiti”. E il blocco degli stipendi? “Abbiamo messo un tetto a chi guadagna di più, ora 240 mila euro è il massimo consentito, inoltre abbiamo dato 80 euro a chi ha uno stipendio sotto i 1500 euro. Nella legge di Stabilità ci siamo dati delle priorità. Risorse, prima di tutto trovarle per i disoccupati e per chi guadagna meno”. Madia muove le mani, e si muove per punti chiari. “E’ giusto sbloccare i contratti. Dobbiamo portare l’Italia fuori da questa crisi, ci troviamo in condizioni particolari, servono misure eccezionali”.
Trentaquattro anni, due figli, Madia spiega la politica sui figli, il sostegno alla natalità e alla maternità. “Gli 80 euro alle neo madri sono importanti, non si propongono di sostituire gli asili nido, e non abbiamo mai detto che non siano importanti. Ma sono soldi in più, una risorsa che aiuta a sostenerere chi ne ha bisogno”.
Laurea in Scienze politiche, ricercatrice in economia del lavoro, Madia ha iniziato a fare politica nel Pd di Veltroni e nel 2008 è stata eletta per la prima volta alla Camera. Ha scelto Bersani nelle primarie dem del 2012 e Renzi in quelle del 2013. Dal 22 febbraio è ministro per la Pubblica amministrazione e Semplificazione. Sull’articolo 18 taglia corto, non è il punto. “Il nostro è un partito che discute. Pronto a accettare idee, da tutti, a partire dai sindacati. Ma abbiamo anche urgenza di agire, è importante che le idee arrivino chiare, puntuali, noi siamo pronti a recepirle”. Il punto sul quale insiste è la mobilità del lavoratore, sopratutto quella volontaria. “Vogliamo rafforzare l’idea di un’Amministrazione della Repubblica. Cerchiamo dei meccanismi che rendano facile il passaggio dei lavoratori da un’amministrazione all’altra. La mobilità è fondamentale, bisogna garantire ai lavoratori che si spostano lo stesso stipendio. Ci sono dei paletti, lo spostamento entro i 50 chilometri, e ovviamente garanzie in più per chi ha figli minori di tre anni o disabili”.
Le domande dei cittadini arrivano in rete all’inidirizzo di Repubblica e il ministro risponde tornando a parlare di “trasparenza”, che “è la vera cosa che conta. Nei dibattiti così come nel finanziamento ai partiti, ci vuole trasparenza, avendo abolito il finanziamento pubblico e avendo bisogno di risorse, faremo tutto scrivendo nomi e cognomi, nella totale trasparenza, che serve, nelle risposte così come nelle domande”.
6 novembre 2014