Era stato esaminato dal Consiglio dei ministri già un mese, fa insieme alle novità che poi sono confluite nel decreto urgente attualmente all’esame della Camera; ma poi il testo del disegno di legge delega sulla pubblica amministrazione era rimasto fermo per quasi un mese, nonostante contenesse alcuni degli assi portanti della riforma a partire dal riassetto della dirigenza. Così ieri il testo è passato di nuovo a Palazzo Ghigi, da dove prenderà la strada delle Camere. Nel segnalarne l’approvazione lo stesso presidente del Consiglio ha sottolineato la «rivoluzione copernicana» attesa soprattutto in materia di rapporto tra cittadino e amministrazione pubblica. In effetti nel provvedimento è stato inserito un capitolo dedicato proprio all’accelerazione ed alla semplificazione dei servizi per cittadini e imprese. Il comunicato del governo
Obiettivo è «ridurre la necessità dell’accesso fisico alle sedi degli uffici pubblici»: in un arco di tempo che Renzi ha quantificato in mille giorni informazioni e documenti dovranno essere on line oppure recapitati a domicilio.
Si punta quindi al superamento dell’uso della carta. Le amministrazioni dovranno assicurare la trasmissione dei dati in forma telematica. Per imprese e cittadini verrà riaffermato il concetto dello sportello unico, in particolare per le attività produttive e l’edilizia; ma il dialogo con l’amministrazione dovrà svolgersi per via digitale, anche grazie all’uso di softwareaperti ed all’interoperabilità dei sistemi informativi. In questo modo gli interessati potranno interagire nei procedimenti amministrativi. Una novità molto attesa e già saltata in precedenza riguarda il documento unico di circolazione dei veicoli, che dovrebbe porre fine alla sovrapposizione tra Motorizzazione e Pra (con il probabile assorbimento di quest’ultima struttura) e produrre anche «significativi risparmi di spesa per l’utenza».
Non meno importanti sono pero le norme sulla dirigenza. Data la delicatezza – ma anche la centralità del tema – si è scelto di intervenire con lo strumento della delega; ma le linee guida sono state indicate in modo piuttosto chiaro. Per ogni amministrazione sarà stabilito un numero massimo di dirigenti in rapporto a quello dei dipendenti; verrà inoltre introdotta una distinzione tra le figure con un profilo più manageriale, incaricate di gestire le risorse umane e finanziarie, ed esperti portatori di competenze specifiche. Verrà meno invece l’attuale differenziazione tra prima fascia, a cui appartengono i responsabili di Dipartimenti e direzioni generali, e seconda fascia; è previsto che anche le retribuzioni diventino più omogenee. Più in generale, tutti i dirigenti delle amministrazioni centrali degli enti pubblici non economici e delle agenzie dovrebbero confluire in un Ruolo unico presso la Presidenza del Consiglio dei ministri.
Gli incarichi dirigenziali verranno conferiti tramite procedura con avviso pubblico e verrà fissata anche la loro durata (probabilmente triennale). I dirigenti privi di incarico verranno messi in disponibilità, e successivamente licenziati in mancanza di un nuovo incarico. Per tutti ci sarà un processo di valutazione dei risultati basato si criteri ben precisi. Verrà invece probabilmente rivista rispetto alle bozze che circolavano a giugno la parte sul riordino degli uffici territoriali del governo a partire dalle prefetture (che avrebbero dovuto essere ridotte a 40). Il relativo articolo è ancora in bilico, mentre ne è stato inserito un altro che rafforza il ruolo di coordinamento delle politiche pubbliche affidato alla presidenza del Consiglio. Per ministri e sottosegretari è previsto comunque un taglio degli uffici di diretta collaborazione. (Luca Cifoni – Il Messaggero)
Cdm approva il Ddl di delega al Governo per la riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche. Norme su personale e dirigenza
Accelerazione e semplificazione nei servizi per i cittadini e le imprese, personale e riforma della dirigenza pubblica, riordino della conferenza dei servizi e revisione delle disposizioni in materia di anticorruzione, pubblicità e trasparenza. Questi, in sintesi, i contenuti principali del provvedimento licenziato da Palazzo Chigi. Il Consiglio dei Ministri ha approvato ieri in via definitiva, su proposta del Presidente, Matteo Renzi, un disegno di legge recante “delega al Governo per la riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche”, contenente deleghe legislative da esercitare in gran parte nei dodici mesi successivi all’approvazione della legge. Le materie del provvedimento sono quelle oggetto della consultazione pubblica, cui hanno partecipato oltre 40mila persone. Ill disegno di legge sulla Pubblica amministrazione completa il pacchetto di norme che comprende il decreto sulla Pa, che sta iniziando invece il suo iter di conversione in Parlamento
Questa la sintesi del provvedimento contenuta nel comunicato di Palazzo Chigi.
Accelerazione e semplificazione nei servizi per i cittadini e le imprese
Al fine di conciliare i tempi di vita, famiglia e lavoro, riducendo la necessità dell’accesso fisico alle sedi degli uffici pubblici, il Governo è delegato ad adottare uno o più decreti legislativi aventi a oggetto le modalità di erogazione dei servizi ai cittadini, in modo da assicurare la totale accessibilità on line alle informazioni e ai documenti in possesso delle amministrazioni pubbliche, ai pagamenti nei loro confronti, nonché all’erogazione dei servizi, con invio dei documenti al domicilio fisico ove la natura degli stessi non consenta l’invio in modalità telematiche.
I decreti nello specifico si occuperanno di:
– superamento dell’uso della carta nel normale funzionamento delle amministrazioni, assicurando la trasmissione dei dati e, ove necessario trasmettere documenti, assicurandone la trasmissione in forma telematica;
– ridefinizione del processo decisionale, anche con riferimento alle forme di partecipazione degli interessati, in relazione all’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e all’applicazione del sistema pubblico dell’identità digitale;
– previsione dell’aggiornamento continuo, anche previa delegificazione o deregolamentazione, delle modalità di erogazione dei servizi e di svolgimento dei processi decisionali, sulla base delle tecnologie disponibili e del grado di diffusione delle stesse presso gli utenti e di soddisfazione degli stessi;
– uso di software con standard aperti e non dipendenti da specifiche tecnologie proprietarie;
– ricorso alla cooperazione applicativa e all’interoperabilità dei sistemi informativi, individuando, per ogni procedimento amministrativo, le forme di interazione dei soggetti interessati con il sistema informativo (Application Program Interfaces – API);
– obbligo di adeguamento dell’organizzazione di ciascuna amministrazione ai principi di unicità dei punti di contatto con i cittadini e le imprese, con particolare riferimento agli sportelli unici delle attività produttive e agli sportelli unici dell’edilizia, nonché alle previsioni dell’articolo 6 della legge 11 novembre 2011, n. 180;
– anche al fine di contenere i costi connessi alla proprietà e alla circolazione dei veicoli e realizzare significativi risparmi di spesa per l’utenza, introduzione di unico documento contenente i dati di proprietà e di circolazione dei veicoli a motore e dei loro rimorchi, da perseguire attraverso il collegamento e l’interoperabilità dei dati detenuti dalle diverse strutture, riorganizzando, mediante eventuale accorpamento, le funzioni svolte dagli uffici del pubblico registro automobilistico dell’Automobile Club d’Italia e dal Dipartimento della motorizzazione civile del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
Personale e Riforma della dirigenza pubblica
Si delega il Governo a riformare la dirigenza pubblica. I principi indicati per il legislatore delegato riguardano:
la dimensione della dirigenza;
– l’inquadramento dei dirigenti: l’istituzione di un ruolo unico; introduzione di ruoli unificati anche per la dirigenza delle amministrazioni non statali, con possibilità di scambio tra dirigenti appartenenti a ruoli diversi; omogeneizzazione delle retribuzioni;
– l’accesso alla dirigenza per concorso e per corso-concorso;
il conferimento degli incarichi dirigenziali: mediante procedura con avviso pubblico, sulla base di requisiti e criteri definiti dall’amministrazione e approvazione, preventiva o successiva, da parte di una specifica Commissione;
– la durata degli incarichi dirigenziali;
– i dirigenti privi di incarico: collocamento in disponibilità, con successivo licenziamento dopo un periodo definito;
– la valutazione dei risultati e la responsabilità dei dirigenti;
– la dirigenza delle regioni e degli enti locali.
Riordino della conferenza dei servizi
Saranno ridefiniti i casi di convocazione obbligatoria della conferenza di servizi, con riduzione delle relative ipotesi;ridotti i termini di conclusione del procedimento e ridefiniti i meccanismi decisionali;semplificati i lavori della conferenza di servizi, anche attraverso l’utilizzo di strumenti informatici e differenziate le modalità di svolgimento dei lavori della stessa, in base alla complessità dei procedimenti.
Revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di anticorruzione, pubblicità e trasparenza
Il Governo adotterà decreti legislativi integrativi della disciplina relativa alla inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico e alla trasparenza delle pubbliche amministrazioni. (Quotidiano sanità)
Renzi annuncia il riesame in Cdm del Ddl sulla Pa. Piano anti-burocrazia. Lo Stato va online: certificati in 48 ore
Una «rivoluzione copernicana» che rovescerà il rapporto tra cittadini e Pubblica amministrazione. Matteo Renzi annuncia il riesame da parte del Consiglio dei ministri del disegno di legge sulla Pubblica amministrazione che completa il pacchetto di norme che comprende il decreto sulla P.a., che sta iniziando invece il suo iter di conversione in Parlamento. All’interno del disegno di legge, il cui scopo è la semplificazione dell’organizzazione del lavoro e del rapporto con il cittadino che riceverà i certificati online o a casa entro 48 ore dalla richiesta, è stata inserita, dice il premier, la norma che assegna a palazzo Chigi il potere sostitutivo nei confronti dei ministeri che tardano a emanare i provvedimenti attuativi di secondo livello. Una norma che avrebbe dovuto già aver visto la luce, come ammette Renzi: «La prima ipotesi era l’inserimento della norma nel decreto sulla P.a. poi abbiamo convenuto di non metterla».
Una decisione, precisa il premier, presa «in Consiglio dei ministri: non c’è stato nessun tipo di intervento esterno», una chiara smentita dell’ipotesi che a bloccare la norma potesse essere stato il Quirinale, perché non ci sarebbero stati i requisiti di necessità e di urgenza. «Certo — ha aggiunto il presidente del Consiglio —, la norma avrebbe un suo grado di urgenza, ma ora ci riserviamo di valutare» anche sulla base del lavoro della task force che ha iniziato a lavorare presso il ministero per l’Attuazione del programma.
Proprio la task force ha appena aggiornato la lista contenente il numero dei provvedimenti attuativi mancanti, pubblicata dal Corriere , che era ferma al 18 giugno: «Da un’analisi dettagliata — ha riepilogato Renzi — ci sono 752 leggi da disciplinare: 286 di Monti, 304 di Letta e 162 nostre, il 60% delle quali in scadenza». Il rimedio trovato è quello che «all’inizio di ogni Consiglio dei ministri, il responsabile dell’Attuazione del programma individuerà nome e cognome del ministro responsabile» e i numeri dei decreti attuativi. «È inutile fare leggi se non si applicano: è allucinante» ha concluso Renzi. Insomma, da subito funzionerà solo questo richiamo formale in Consiglio dei ministri. Per il potere sostitutivo si dovrà aspettare l’iter del disegno di legge delega, ben più complesso di quello di un decreto.
Ma cosa c’è nella delega sulla Pa? La bozza, che era già pronta all’inizio di giugno e aveva subito un primo esame, si divide in tre parti: organizzazione della Pa, norme sul personale e semplificazioni. Il primo capitolo dunque punta a riorganizzare la macchina dello Stato, con la riduzione degli uffici non essenziali, la ridefinizione delle risorse, la riduzione delle spese. Dalla delega dovranno poi derivare norme che dimensionano la nuova dirigenza, l’inquadramento, i concorsi, la formazione, la responsabilità. L’ultimo capitolo è quello sulle semplificazioni, che è molto ambizioso, perché punta a recuperare il gap tecnologico degli uffici e un buon rapporto con il cittadino. Ma le norme riguarderanno anche la regola del silenzio-assenso tra ministeri e la riforma dell’attuale meccanismo della conferenza di servizi, e poi il riordino delle partecipazione pubbliche, cui sta lavorando il commissario alla spending review , Carlo Cottarelli.
Certo alcune di queste norme non saranno indolore, come del resto quelle del decreto sulla Pubblica amministrazione che hanno registrato una levata di scudi dei sindacati, cui, tra l’altro, sono stati dimezzati i permessi. «Nel giorno in cui abbiamo cancellato per la prima volta la figura tradizionale dei senatori eletti con il sistema del bicameralismo perfetto — ha commentato Renzi —, figuratevi se abbiamo paura di dimezzare il monte ore dei permessi sindacali». (Antonella Baccaro – Il Corriere della Sera)
11 luglio 2014