La Stampa. Il governo è pronto a sbloccare i concorsi e assunzioni e a mandare in soffitta i vecchi parametri ed il blocco del turno over. «Siamo pronti ad agire subito», conferma il ministro della Pubblica amministrazione rispondendo all’appello lanciato dai sindaci che da tempo lamentano i guasti prodotti da regole troppo severe, la scarsità di personale (la cui età media tra l’altro continua a salire) e l’aumento dei compiti e delle incombenze. «Siamo in una fase nuova, quella del Recovery, del rilancio e della resilienza, che vuol dire efficienza, produttività e riforme» ha spiegato Brunetta, che ieri ha incontrato il presidente dell’Anci Enzo De Caro, il vicepresidente vicario dell’associazione, Roberto Pella e il delegato alla Pa, Jacopo Massaro.
Secondo il responsabile della Pa, «in questa nuova fase, bisogna abbandonare l’epoca dei blocchi del turnover, dei tetti riferiti a indicatori anacronistici, delle rigidità contrattuali. E bisogna agire subito, entro le prossime settimane, su tre fronti: sbloccare i concorsi e le procedure già avviate, modificare strutturalmente i sistemi di reclutamento nella Pubblica amministrazione e prevedere percorsi specifici per selezionare gli specialisti destinati all’attuazione degli investimenti del Pnrr».
Per De Caro l’incontro di ieri è stato certamente «molto proficuo». «Ci ha fatto molto piacere verificare che Brunetta ha a cuore le ragioni per cui ci battiamo da tempo – ha commentato – e che, in vista del piano nazionale di ripresa e resilienza, diventano ancora più urgenti: è fondamentale procedere celermente: ne va della concretizzazione degli interventi da cui dipende il rilancio del Paese». Per Brunetta «semplificare e accelerare sono tutte facce della stessa medaglia: la P.A., dopo anni di depauperamento, deve dotarsi di personale tecnico e amministrativo adeguato per gestire, rendicontare e rendere operativi i progetti del Recovery Plan – sostiene il ministro – . La ricostruzione di questo ‘dopoguerra da pandemia’ deve partire dal capitale umano pubblico».
Secondo le stime dell’Anci dal 2007 ad oggi a causa del blocco dl turn over, dei vincoli di bilancio e di misure come Quota100 il numero dei dipendenti si è ridotto di ben 117.500 unità passato da 479 mila a poco più di 361 mila unità ed in pratica le amministrazioni locali hanno perso un dipendente su 4. Per questo, sostengono i Comuni, adesso occorre mettere in campo un piano straordinario di assunzioni che consenta l’immissione nei comuni, nell’arco del prossimo quinquennio, di 60mila unità di personale, in parziale sostituzione di quello perso negli ultimi anni ed in deroga alle regole vigenti in materia di assunzioni. Questo perché oggi, come denuncia Massaro, «quando si “libera” un posto in Comune, passano quasi 18 mesi per concludere un’assunzione, visti gli adempimenti necessari, ben 12, che richiedono tempi ed elaborazioni lunghissime. Lo Stato chiede ai Comuni di fare molte più cose con molto meno personale, personale che ha via via perso professionalità e competenze: se questa è la situazione, del Recovery Fund sarà impossibile spendere un euro».