Mobilità o collocamento a riposo per smaltire i 7.000 esuberi della pubblica amministrazione. Il prepensionamento sarà la scelta obbligata per quanti abbiamo maturato o matureranno entro la fine del 2014 i requisiti anagrafici e contributivi ante riforma Fornero. Ma per incassare il tfr i prepensionati della Pa dovranno aspettare di maturare i requisiti secondo la normativa oggi in vigore. Chi non potrà essere avviato alla pensione dovrà essere ricollocato presso altri uffici e, là dove ciò non sia possibile, si farà ricorso a contratti a tempo parziale. La spending review di Monti si appresta dunque a dispiegare i suoi effetti sulla Pa centrale e anche sugli enti locali.
Per questi ultimi è in dirittura d’arrivo la definizione dei parametri di virtuosità sulle dotazioni organiche (calcolati sulla base del numero dei dipendenti e della popolazione residente).
Lo ha dichiarato il ministro della pubblica amministrazione e della sempli?cazione, Giampiero D’Alia, in una lunga audizione alla Camera in cui ha tracciato le linee programmatiche della Funzione pubblica per i prossimi mesi. Con un occhio di riguardo per l’emergenza lavoro che non risparmia nemmeno un settore tradizionalmente ritenuto blindato come quello dell’impiego statale.
Il blocco della contrattazione fino al 2014 resterà un punto fermo perché, ha ammesso il ministro, «non ci sono risorse per venire incontro alle legittime richieste dei dipendenti». La misura peserà in particolar modo sulle professioni prive di vere e proprie progressioni di carriera, in cui l’unica speranza di rimpinguare lo stipendio è legata alle progressioni economiche. Il riferimento è ai docenti verso cui il ministro ha promesso un «particolare impegno».
Oltre agli esuberi e al blocco degli stipendi, l’agenda di D’Alia dovrà occuparsi anche di assunzioni. Di coloro che risultano vincitori o idonei a seguito del superamento di un concorso pubblico. E di coloro che lavorano come precari senza certezze sul futuro. Si tratta di un esercito di 250 mila dipendenti, per lo più assunti da regioni ed enti locali, che hanno appena beneficiato della proroga dei contratti ?no al 31 dicembre 2013, ma per i quali bisognerà individuare «forme di reclutamento stabili».
Semplificazione. Nella consapevolezza che troppo spesso «pubblica amministrazione» e «semplificazione» sono visti come concetti antitetici dai cittadini, D’Alia ha promesso un prossimo provvedimento per snellire gli adempimenti burocratici che attanagliano le pmi (31 miliardi di oneri all’anno) e che con?nano l’Italia agli ultimi posti in Europa e nel mondo per facilità di fare impresa. L’idea è di trarre ispirazione dall’esperimento inglese che ha uni?cato le date degli adempimenti amministrativi, contabili e fiscali in un’unica data. Spazio anche a una consultazione telematica volta ad individuare le 100 procedure amministrative più complicate da sempli?care.
Mentre per chi non rispetterà i tempi dei procedimenti sono in arrivo deterrenti (per esempio il pagamento di indennizzi) che dovrebbero scoraggiare i procedimenti lumaca.
Novità in arrivo anche in materia di Scia, la segnalazione certi?cata di inizio attività che dovrebbe presto bene?ciare di modelli sempli?cati e standardizzati a livello nazionale. Innovazione. La parola d’ordine sarà rendere sempre più informatizzati i passaggi burocratici in modo da ridurre i costi amministrativi e facilitare i rapporti tra utenti e Pa. Per questo bisognerà ripartire dal Codice dell’amministrazione digitale, realizzando un fascicolo amministrativo informatico dove chi lo vorrà potrà raccogliere tutti i documenti e i provvedimenti amministrativi relativi ai procedimenti che lo riguardano.
ItaliaOggi – 6 maggio 2013