Partiranno a marzo i controlli su 80 persone a Brendola, Lonigo e Sarego, nei territori interessati dall’inquinamento dell’acqua da sostanze perfluoro-alchiliche, derivanti cioè dall’uso industriale del fluoro che può aver intaccato i pozzi, scoperto nel luglio 2013
Partiranno a marzo i campionamenti sulle persone a Brendola, Lonigo e Sarego nel programma di biomonitoraggi definiti dalla Regione Veneto, in accordo con l’Istituto Superiore di Sanità, nei territori interessati dal fenomeno dell’inquinamento dell’acqua da sostanze perfluoro-alchiliche, derivanti cioè dall’uso industriale del fluoro, che si è verificato a luglio 2013. Ad essere sottoposti a un prelievo del sangue saranno cittadini dell’Ulss 5 e dell’Ulss 6 di Vicenza: per l’Ovest Vicentino si parla di un’ottantina di per sone nei comuni nei quali sono state individuate le aziende di aUevamenti zootecnici che utilizzano pozzi con valori di Pfas superiori a quelli indicati dall’Istituto Superiore di Sanità. «Sono una trentina le aziende interessate – spiega il direttore dello Spisal Adolfo Fiorio e quindi dovremo individuare persone che abitano o comunque gravitano in queste da almeno una decina d’anni. Non sarà semplice. Andremo personalmente a spiegare loro il campionamento in corso». I dettagli sull’esecuzione dei prelievi saranno definiti oggi in un incontro convocato dalla Regione, che definirà anche le modalità per ottenere l’adesione da parte dei cittadini. «È previsto che le persone sottoposte a campionamento siano a metà uomini e donne continua il dott. Fiorio – dai 18 anni ad oltre 60». Questa sarà comunque la prima fase. La seconda invece dovrebbe coinvolgere altre 160 persone deIl’Ulss 5, su un totale di 240 nelle due UIss vicentine, ma con un raggio più ampio di riferimento. Potrebbero quindi essere di Brendola, Lonigo e Sarego, ma anche di una fascia più larga. «Isindaci hanno già ricevuto una prima comunicazione – cnclude Fiorio -. Le persone sottoposte al prelievo del sangue verranno probabilmente individuate con un’estrazione di nomi e di categorie. E poi saranno con tattate. I prelievi saranno inviati a Roma all’Istituto Superiore della Sanità». Lo studio prevede poi un confronto dei dati con un analogo campione di 240 prelievi eseguiti in un’altra UIss, probabilmente del Padovano, mai interessata dal problema Pfas. Intanto in queste settimane a Sarego il sindaco Roberto Castiglion avevo emesso 61 ordinanze di divieto dell’uso di acqua dai pozzi per scopi potabili. Dopo che l’Ulss 5 ha adottato limiti più restrittivi in merito alle concentrazioni delle sostanze perfluoro alchiliche, come da tabelle dell’Istituto Superiore di Sanità riprese dalla Regione.
Il Giornale di Vicenza – 20 febbraio 2015