Insieme all’«Obip», inaugurata la rinnovata Medicina nucleare. Il sindaco: «Visto? Nessun ridimensionamento». Gli anziani al Pronto soccorso evitano l’inserimento nei reparti e sono accolti in un centro ad hoc Carraro: e ora lo Stato non tagli
Meno tempo al pronto soccorso ed esami in sicurezza nel reparto di Medicina nucleare dell’ospedale Mater salutis. Doppia inaugurazione, ieri mattina, al polo sanitario legnaghese da parte dell’assessore regionale Luca Coletto. Il titolare delle politiche sanitarie del Veneto ha presenziato al taglio del nastro, dopo il periodo di sperimentazione, dei nuovi otto posti letto dell’Osservazione breve intensiva prolungata (Obip) al Pronto soccorso – riservati ai pazienti geriatrici e pluripatologici – e dei rinnovati locali di Medicina nucleare. Coletto conferma l’importanza del Mater salutis come struttura di riferimento per tutta la Bassa dopo le recenti voci di un suo possibile ridimensionamento. «Legnago è un caposaldo per la Bassa», rimarca l’assessore, «ed è destinato a rimanerlo anche in futuro». Le funzioni dell’Obip sono state riassunte da Sandro Magagnotto, direttore del Pronto soccorso legnaghese: «Il servizio è organizzato in modo da accogliere i pazienti che arrivano al Pronto soccorso in condizioni in cui si prospetta una possibile dimissione entro le 72 ore, dopo le indagini cliniche e strumentali e l’esame degli specialisti». L’allestimento degli spazi è costato 81 mila euro. Magagnotto osserva: «Dopo un anno di sperimentazione sono aumentati molto la qualità diagnostico-terapeutica e il grado di soddisfazione del paziente. Inoltre è stata significativa la riduzione dei ricoveri in geriatria». Come spiega Alfredo Sacchetto, uno dei medici del Pronto soccorso, «i dati di gennaio-maggio di quest’anno sulla fase di sperimentazione evidenziano che i ricoveri ordinari sono calati di 605 unità rispetto ai 3.300 dello stesso periodo dell’anno scorso». È costato invece 386 mila 450 euro l’intervento di riqualificazione del servizio di Medicina nucleare, oggetto della seconda inaugurazione di ieri. «Sono stati messi a norma gli impianti di sicurezza antincendio», ricorda Franco Campostrini, direttore dell’Unità di radioterapia, «ed è stato sostituito completamente il sistema che crea depressioni controllate di aria nei locali, per evitare la contaminazione radioattiva. Sono state sostituite le attrezzature non più adeguate e abbiamo creato percorsi obbligati che consentiranno l’acceso di pazienti e operatori in condizioni di sicurezza». Il reparto è stato suddiviso in tre settori: nel primo c’è la camera di preparazione dei farmaci radioattivi da iniettare; nel secondo ci sono i locali di attesa degli utenti; nella terza, gli spazi per gli operatori a contatto con gli assistiti. «Come abbiamo dimostrato con questi servizi», commenta Daniela Carraro, direttore generale dell’Ulss, «la nostra azienda sanitaria ha già avviato un piano di rilancio e razionalizzazione delle prestazioni; per questo ci auguriamo che la revisione sulla sanità approvata dallo Stato non si traduca in tagli lineari e indiscriminati». «Prossimamente», puntualizza Francesco Bonocore, direttore sanitario dell’Ulss 21, «rafforzeremo l’Obip con altri posti letto, creando una sezione maschile separata da quella femminile». Franco Bonfante, vicepresidente Pd del consiglio regionale, sottolinea: «Come opposizione siamo dipsonibili a collaborare affinché l’ospedale di Legnago rimanga un punto di riferimento per la pianura veronese, qualsiasi nuova ripartizione delle Ulss venga approvata con le prossime schede regionali». «Questa doppia inagurazione», dice il sindaco Roberto Rettondini, «dimostra quanto siano stati falsi gli allarmi lanciati recentemente da più parti su un depotenziamento del polo legnaghese. Il nostro ospedale rientra già nei parametri di rispetto della spesa che lo Stato oggi vuole imporre a tutte le Regioni».
L’Arena – 10 luglio 2012