Riunione di approfondimento ieri nella sede di Lungotevere Ripa. Allo studio le modalità di costituzione e la copertura del fondo di garanzia, il confronto con le associazioni di categoria e forme di prevenzione efficaci. È indispensabile che il ministero dell’Interno sia coinvolto a pieno titolo nei lavori dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli operatori e sull’attività di medicina veterinaria pubblica. Questa l’indicazione che è emersa con forza nel corso della riunione che si è tenuta ieri mattina nella sede del ministero della Salute. Incontro di approfondimento sui principali aspetti del drammatico fenomeno e sulle iniziative da mettere in campo per contrastarlo e sostenere i veterinari vittime delle intimidazioni nell’espletamento della loro attività di servizio.
Il coinvolgimento del ministero dell’Interno e di tutte le sue ramificazioni, forze dell’ordine e prefetture, in quanto uffici territoriali di governo, appare infatti strategico per ogni azione efficace di prevenzione e di supporto ai veterinari pubblici – funzionari dello Stato che hanno il compito di assicurare il pieno rispetto delle leggi – quando vengono sottoposti ad atti di violenza e intimidazione che mira ad ostacolare il regolare svolgimento delle loro attività.
Per questo motivo i rappresentanti SIVeMP e COSMeD hanno sollecitato la nomina da parte del Viminale di un proprio rappresentante in seno all’Osservatorio, così come è previsto peraltro nel suo atto istitutivo.
La riunione di ieri è stata anche l’occasione per uno studio più approfondito delle modalità di finanziamento e delle caratteristiche che dovrà avere un fondo di garanzia che preveda forme di risarcimento per i veterinari pubblici che abbiano subito minacce o intimidazioni in relazione allo svolgimento dei loro doveri d’ufficio.
Oltre alla copertura dei danni materiali andrà previsto anche il risarcimento dell’assistenza e delle spese legali che il funzionario coinvolto è costretto ad affrontare. In esame anche la definizione delle fonti da cui verranno attinte le risorse per finanziare il fondo e le procedure specifiche con cui questo verrà nel dettaglio erogato.
Un capitolo a parte è stato riservato alla definizione di forme di prevenzione efficaci del fenomeno, come l’affiancamento di un collega al veterinario intimidito e la segnalazione delle situazioni “a rischio” alle locali prefetture. Sempre in tema di segnalazioni degli episodi di intimidazione è stata sottolineata la necessità di diffondere il questionario, condiviso tra le varie componenti del tavolo, attraverso tutti i canali disponibili, a partire dai corsi di formazione organizzati dagli Istituti zooprofilattici sperimentali. In questo modo potrà essere raggiunto il maggior numero di colleghi e verrà incentivata l’emersione degli episodi di intimidazioni di cui sono stati vittime e di cui sono a conoscenza. Per combattere il fenomeno infatti è importante vincere ritrosie e reticenze che finiscono col fare solo il gioco dei violenti.
Nel corso dell’incontro è stata sottolineata l’importanza del coinvolgimento, nelle prossime riunioni, delle associazioni di categoria maggiormente rappresentative degli operatori economici sottoposti ai controlli sanitari, con cui potranno essere ricercate soluzioni condivise.
10 novembre 2011