Bufera sugli ospedali da chiudere in Veneto, dopo il rapporto del ministero reso noto dal Gazzettino.
Il mondo politico è in agitazione tanto che oggi l’analisi verrà discussa dalla V commissione regionale. Intanto è terminato il lavoro della giunta sulle nuove schede ospedaliere.
Il rapporto del Ministero reso noto dal Gazzettino agita la politica. E domani andrà in V Commissione Sorpresa, ma anche sospetti e polemiche. Lo studio dell’Agenas-Ministero della Salute sui reparti ospedalieri a rischio chiusura a Nordest, reso noto ieri dal Gazzettino, ha messo in agitazione il mondo della politica veneta e domani finirà dritto sul tavolo della V Commissione. Quasi un atto doveroso.
Dopo dati parziali presentati in primavera, ora il quadro fornito da Roma è completo e, secondo il presidente Leonardo Padrin, può essere una base interessante su cui avviare un ragionamento: per riorganizzare serve conoscere. Un concetto che «prende in prestito» anche Claudio Sinigaglia (Pd), vice presidente della V Commissione sanità. «Finalmente si prendono in considerazione i criteri epidemiologici e di specificità scientifiche di un reparto – spiega -. Questi dati possono essere utili non solo a chi amministra per orientare gli acquisti, ma anche al cittadino per scegliere come curarsi. E servono soprattutto per fare scelte scientifiche e non solo sulla base di pressioni politiche».
Sinigaglia allarga l’orizzonte: «Va abbandonato il concetto di reparto con posti letto, si sta andando verso un servizio di day surgery, che ha si bisogno di letti, ma va strutturato in modo diverso: per risparmiare e per fare servizi mirati.
Anche questi sono criteri da dare alla Giunta, anche perché non è detto che laddove c’è un reparto ci sia anche una risposta adeguata».
I dati resi noti impensieriscono invece l’Idv. «Sono troppo parziali, non possono rappresentare la cartina al tornasole di un reparto – chiosa Antonino Pipitone, consigliere regionale dipietrista – Non possono essere determinanti per valutare l’efficienza di alcuni reparti che, altrimenti, con numeri simili sarebbero stati chiusi 10 anni fa. Bisogna certamente riorganizzare, ma siamo preoccupati che questi numeri possano diventare scusa e grimaldello per fare una carneficina di servizi e strutture evitando analisi approfondite e responsabilità.
Se poi ci sono inefficienze per diversità di sintonia tra direttore generale e primario i casi sono due: o il dg non è in grado di governare l’offerta sanitaria, e se deve andare, o il primario fa quello che vuole e se ne deve andare lui”.
Nel frattempo è terminato anche il lavoro certosino delle formulazione delle schede ospedaliere che sono in mano al presidente Zaia: tempo fino al 30 settembre perché la Giunta dia il via libera. Insomma il quadro della “sanità che verrà” si sta delineando e di certo nel formulare il nuovo assetto i “numeri” forniti dall’Agenzia romana e dal Ministero non possono che pesare.
“Mi auguro che finalmente proposte e ragionamenti in sede di Piano sull’obbligo di razionalizzazione che sono stati rifiutati in nome della difesa dei vari orticelli, alla luce di questi numeri possano essere ripresi in considerazione, commenta Diego Bottacin, consigliere di Verso Nord – Diversamente da quanto l’opinione pubblica può pensare, il repertino sotto casa non sempre ti dà una risposta di qualità. I reparti che fanno meno casi danno anche minor sicurezza. L’aveevamo detto. Speriamo che adesso possa essere ripreso in considerazione questo percorso, pulendo la nebbia della contrapposizione del campanile che ha inquinato il dibattito».
Preoccupazione anche da parte dei Comuni. «Non vorremmo che questi dati anticipassero le schede – sottolinea Alessandro Bolis, componente di Federsanità Anci Veneto – Ora la preoccupazione è che le schede vengano fuori prima possibile perchè ci sono primariati scoperti, servizi che vanno organizzati, si deve evitare che la mannaia della Regione, con ha mutuato il concetto della spending review, vada a tagliare servizi importanti. La tutela del diritto alla salute è la prima cosa». E da domani il dibattito entra nel vivo.
Gazzettino – 6 settembre 2012