In attesa di un atto formale del Comune, che ufficializzi definitivamente il «no» del sindaco Massimo Bitonci al project financing da 650 milioni di euro per il nuovo ospedale a Padova ovest, la Regione non sta con le mani in mano.
Per evitare di perdere altro tempo, i tecnici di Palazzo Balbi stanno predisponendo un eventuale piano B, che prevede l’individuazione di aree alternative nelle quali insediare il polo della salute del futuro, zone selezionate nella città del Santo e anche in Comuni limitrofi, se proprio non si raggiungesse nessun tipo di accordo con l’amministrazione locale, e relative procedure. L’idea, se dunque l’operazione delineata finora non dovesse andare in porto, è di indire un’altra gara d’appalto entro giugno 2015.
«Attualmente l’iter per il project, ovvero la dichiarazione di pubblico interesse, è sospeso in attesa di un atto ufficiale da parte del Comune — spiega Claudio Dario, direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Padova, stazione appaltante del progetto «congelato» il 5 giugno dalla giunta Zaia proprio per aspettare la decisione finale di Bitonci —. Intanto si possono vagliare altre ipotesi, ci sono varie opzioni. Noi come Azienda ospedaliera stiamo raccogliendo le nostre esigenze, cercando di capire dal personale quali caratteristiche dovrebbe avere il nuovo ospedale per consentire a tutti di lavorare al meglio. Così, se dovesse ripartire la procedura in atto o se si dovesse imboccare un’altra strada, non si perderebbe comunque tempo. E’ chiaro che in quest’ultimo caso sarebbe difficile andare avanti senza aver prima individuato un’area. C’è uno studio di fattibilità che traccia l’identikit della struttura da realizzare, ovvero un polo con 950 posti letto e altri requisiti, e da quello si ripartirà. Io ho proposto di metterci tutti attorno a uno stesso tavolo per arrivare insieme a una soluzione condivisa — chiude il manager — ma se l’attuale procedura sarà bloccata definitivamente, la diretta conseguenza è indirizzarsi subito su altre aree. A Padova o dove sarà possibile».
In questi mesi è stata rispolverata l’ipotesi della zona dell’ex ospedale ai Colli proposta a suo tempo dall’allora presidente della Provincia (ente proprietario del terreno, già a destinazione sanitaria ) Barbara Degani, tornata a lanciare anche l’idea dell’area aeroporto. Poi è rispuntata fuori l’opzione Legnaro, accanto ad «Agripolis», e nelle ultime ore il sindaco di Saonara si è incontrato con il rettore dell’Università, Giuseppe Zaccaria, per dare la disponibilità del proprio Comune. Il magnifico è infatti molto attivo nella ricerca di nuove opzioni, anzi è stato il primo, quando ancora in campagna elettore Bitonci aveva annunciato di non voler procedere con il progetto della Regione, a dire: «Facciamo l’ospedale in un altro Comune».
Insomma, c’è un certo fermento, ulteriormente alimentato dall’esortazione di Dario a «non perdere ulteriore tempo, perché l’ospedale va fatto, in tempi rapidi e non nella sede attuale». Adesso bisognerà vedere chi lo finanzierà. Il Consiglio regionale ha stanziato 150 milioni di euro, ma se si perdono i 300 di «Finanza e Progetti», il socio privato del project, si dovrà trovare un altro investitore.
Michela Nicolussi Moro – Corriere del Veneto – 6 settembre 2014