L’accelerata sul nuovo ospedale impressa dal governatore Luca Zaia, che ha convocato gli enti coinvolti venerdì a Palazzo Balbi per la firma del nuovo accordo di programma, ha messo in moto la macchina dell’Università. Ieri il rettore Rosario Rizzuto ha riunito la commissione tecnica che un anno fa elaborò lo studio di pre-fattibilità, per «comunicazioni urgenti».
Presenti il prorettore all’Edilizia Francesca Da Porto, il delegato alla Logistica Alessandro Persona, il presidente della Scuola di Medicina Mario Plebani, l’ex presidente Santo Davide Ferrara e il professor Stefano Merigliano, rappresentante di area medica in Senato accademico. A quanto pare Rizzuto li ha chiamati per «esigenze di collegialità», ma la convocazione-lampo è l’ulteriore riprova che l’Ateneo vuole presentarsi a Venezia con tutte le carte in regola per chiudere la partita. «Il commissario prefettizio del Comune, Michele Penta, ha sbloccato una situazione simile a Bolzano — ricorda Merigliano —. Il nostro studio preliminare si è occupato delle dimensioni del futuro ospedale e dopo la firma dell’accordo entreremo nel dettaglio del progetto esecutivo. Chiediamo un’area pulita di 40 ettari, quanto basta per eventuali ampliamenti in futuro, mentre Lungodegenza e Riabilitazione resteranno in via Giustiniani».
Secondo la bozza dell’accordo di programma, «l’Università darà il proprio apporto alla definizione dei contenuti del nuovo polo della salute, in relazione ad assistenza, didattica e ricerca». «Tutte le parti dichiarano di ritenere necessaria e urgente la realizzazione a Padova di un nuovo polo della salute — si legge nel documento — al quale riconoscono carattere strategico. Sarà costituito un comitato permanente fra rappresentanti di tutte le parti». L’operazione verrà avviata dal Comune, che «entro 30 giorni dall’approvazione dell’accordo di programma provvederà alla cessione gratuita dell’area a Padova est» all’Azienda ospedaliera, stazione appaltante del progetto. Si parla di 386.626 metri quadri di proprietà di Palazzo Moroni più 139.495 in possesso delle banche, «che stanno provvedendo alla cessione al Comune, in esecuzione di una convenzione urbanistica già sottoscritta e libera dalle ipoteche gravanti sulla stessa». Il tutto a una precisa condizione: «Nel caso in cui entro due anni dalla data di trasferimento dell’area dal Comune all’Azienda ospedaliera l’iter di realizzazione del nuovo Policlinico non sia ancora concretamente avviato, con l’inizio dei lavori o quantomeno con l’approvazione del progetto di fattibilità e la definizione dei mezzi di finanziamento, il Comune di Padova avrà facoltà di chiedere all’Azienda ospedaliera di ritrasferirgli la proprietà dell’area». Per contro, «se entro 7 mesi dalla firma dell’accordo non avvenga il trasferimento di proprietà di ciascuna delle aree all’Azienda ospedaliera, quest’ultima e la Regione avranno facoltà di recedere dall’accordo».
L’amministrazione municipale dovrà poi portare a termine la nuova viabilità, cioè l’Arco di Giano, il cui progetto definitivo è stato approvato dalla giunta Bitonci lo scorso agosto, mentre Regione e Azienda ospedaliera penseranno a trovare i 650 milioni di euro necessari all’opera. Possibilmente solo pubblici. Quanto al destino dell’attuale cittadella sanitaria di via Giustiniani, nascerà un gruppo di lavoro coordinato sempre dall’Azienda e composto dai proprietari dell’area, che dovrà anche completare il Parco delle Mura. Perplesso il Pd: «Massima cautela prima di procedere con un piano che ha sollevato molte perplessità, sulla scelta dell’area, sulle mancate coperture finanziarie, sull’assenza di riorganizzazione e razionalizzazione delle strutture sanitarie di Padova».
Michela Nicolussi Moro Alessando Macciò – IL Corriere del Veneto – 23 novembre 2016