«Ma lo sapete che, pur essendo un’eccellenza nazionale per quanto riguarda i trapianti, non abbiamo nemmeno un cartello con scritto Centro Trapianti? E lo sapete che abbiamo sei radiologie, sei rianimazioni e quattordici, dico quattordici, gruppi operatori? E, ancora, lo sapete che abbiamo piani con venti camere e due soli bagni e almeno 450 ambulanze che fanno quotidianamente su e giù per trasportare i pazienti da una struttura all’altra? Potrei continuare per ore…». Nell’infinita telenovela del nuovo ospedale, a distanza di quattro giorni dal tavolo istituzionale durante il quale il governatore Luca Zaia ha tracciato la strada del cosiddetto doppio polo (mantenimento di un nosocomio di comunità in via Giustiniani e realizzazione di un nuovo policlinico d’alta specializzazione a Padova Est), irrompe il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Luciano Flor.
«Mi pare che, negli ultimi mesi, per non dire anni, si sia parlato troppo di aree e di muri e troppo poco dei malati. E questo non va bene – denuncia Flor – Perché, se quella di fare l’ospedale del futuro a Padova Est non è più un’ipotesi ma una certezza, a me interessa soprattutto l’ospedale del presente, quello di via Giustiniani, con i suoi 1.300 pazienti ricoverati, i suoi 4 mila utenti giornalieri e i suoi 5 mila dipendenti. Io, a tutte queste persone, devo dare risposte oggi. Non tra dieci anni».
Il governatore Zaia, non a caso, ha dato al numero uno dell’Azienda Ospedaliera il compito di mediare con il sindaco Sergio Giordani, stabilendo gli investimenti di cui ha bisogno il polo medico-sanitario a ridosso del centro storico per poi arrivare, possibilmente già entro Natale, alla cessione gratuita alla Regione dei terreni di San Lazzaro.
«Tra dieci anni, quando forse sarà pronto il nuovo policlinico a Padova Est, non possiamo presentarci con un ospedale cadente in via Giustiniani – sottolinea Flor – Ma con un ospedale perfettamente funzionante. E per fare questo, con l’obiettivo di avere due poli di pari dignità, servono almeno 200 milioni di euro».
Un’esigenza che Giordani fa propria così: «Mi confronterò personalmente con il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera per ottenere dalla Regione precise garanzie sui progetti e soprattutto sui soldi che si vorranno impegnare in via Giustiniani. L’accordo è molto vicino – conferma il primo cittadino – E credo che, nel giro di un mese, troveremo la quadra definitiva con tutti gli altri attori istituzionali». Ma a mettere pressione al Comune, arrivano le parole del consigliere regionale leghista Fabrizio Boron, presidente della Commissione Sanità a Palazzo Ferro Fini: «L’intesa che spero verrà raggiunta nelle prossime settimane, a cominciare dagli investimenti che saranno fatti in via Giustiniani, è esattamente la stessa che era stata impostata un anno fa dall’allora sindaco Massimo Bitonci prima che fosse sfiduciato. Però – ammonisce Boron – se Giordani non ci cederà gratuitamente le aree entro fine anno, nel bilancio di previsione 2018 sposteremo i 50 milioni destinati alla progettazione per espropriarle. Non è più ammissibile perdere tempo. E, quindi, invito chi oggi è al governo del Comune a farsi coraggio e a prendere una decisione, anche a costo di scontentare una parte della sua maggioranza». Chissà se, sotto l’abete natalizio, troveremo davvero il nuovo ospedale.
Il Corriere del Veneto – 1 dicembre 2017