Da mesi si sta consumando una situazione drammatica nel reparto di ostetricia e ginecologia di Rovigo AULSS 5 Polesana a causa delle troppe dimissioni volontarie e quiescenze che via via si sono succedute. Chiavilli Cimo Fesmed: “La situazione è scappata di mano si doveva intervenire prima. In soli quattro medici non è più possibile garantire l’assistenza a meno chè nell’immediato non ci siano altri medici da altri ospedali che ci possano aiutare. Nonostante ciò in queste condizioni è un brutto lavorare”.
L’ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Ospedale di Rovigo, Ulss 5 Polesana, versa in gravi condizioni di personale tali per cui è lo stesso segretario CIMO-FESMED, Francesco Chiavilli a denunciarne la situazione.
“La condizione è drammatica per chi ci lavora ma anche per la società civile polesana. Un frangente che è andato via via peggiorando fra le dimissioni volontarie da parte di diversi colleghi che ci lavoravano e quiescenze, fino ad arrivare ad oggi, ad un organico di soli quatto medici”. Riporta Chiavilli
L’ospedale hub di Rovigo ha complessivamente un bacino di utenza di oltre 200mila abitanti e per l’ostetrica e la ginecologia ha anche un ospedale collegato. In soli quattro medici in questa struttura si stanno garantendo cure e assistenza alle persone ricoverate fra turni senza sosta e riposi saltati.
Appare chiaro denuncia Cimo Fesmed attraverso una propria nota che in queste condizioni non si possono garantire livelli di sicurezza adeguati dopo turnazioni interminabili e con l’impossibilità di fruire regolarmente i riposi. Addirittura, e Chiavilli mette le mani avanti, con questo andazzo si arriverà a chiedere che vengano sospese il sacrosanto diritto delle ferie estive.
“Sempre per la carenza di personale, eravamo già intervenuti mesi fa quando la direzione aveva affidato la responsabilità di questa fondamentale unità operativa complessa, alla direzione medica del presidio ospedaliero di Rovigo. Una scelta totalmente priva di logica – ricorda il segretario Cimo Fesmed di Rovigo – vista che la specialità del dirigente individuato era medica e non ginecologica, oltre che totalmente contraria a quanto previsto dai CCNL della sanità. Solo dopo il nostro intervento la stessa direzione ha provveduto a cambiare rotta affidando la direzione ad un professionista idoneo”.
“Pensavamo che l’emergenza fosse terminata, invece eccoci qua a distanza di pochi mesi e con l’estate ormai iniziata a gestire un’emergenza ancora peggiore. A questo punto, al netto dei prossimi incontri che avremo con la direzione, difficilmente ci saranno soluzioni immediate, a meno chè non ci siano altri medici da altri ospedali che ci possano aiutare. Nonostante tutto in queste condizioni è un brutto lavorare”.
Endrius Salvalaggio – Quotidiano sanita