Dopo la netta presa di posizione dei primari universitari, che hanno ribadito la necessità di un nuovo ospedale, anche l’Ordine dei Medici torna a farsi sentire. Giovedì prossimo, alle 15.30, il presidente Maurizio Benato e alcuni componenti del consiglio dell’Ordine si confronteranno a Palazzo Moroni con il sindaco Massimo Bitonci.
«Abbiamo sempre collaborato con le istituzioni, ma dopo quattro anni di percorso fatto insieme per arrivare alla realizzazione di un polo moderno, non ci possono dire basta, è tutto finito — osserva Benato —. E’ inaccettabile. Non è possibile che una comunità non sappia progettare il proprio futuro sanitario, speriamo di uscire da questa incapacità di decidere. L’aspetto squistamente edilizio non ci riguarda, è una scelta politica: non va bene l’area di Padova ovest? Lo facciano dove vogliono, in Prato della Valle, anche sull’isola Memmia, basta che la struttura in questione risponda ai criteri più coerenti all’attuale domanda di salute. Ci vuole chiarezza, da parte dell’amministrazione, sugli obiettivi che intende raggiungere. E’ l’unico modo per ridare serenità ai medici, che non possono essere sballottati tra un padiglione e l’altro dell’attuale cittadella sanitaria, ormai inadeguata a rispondere all’evoluzione delle conoscenze scientifiche e tecnologiche. E soprattutto — chiude Benato — non consente di mettere il paziente al centro dell’attività clinica. La medicina del futuro prevede che il malato non si debba muovere dal proprio letto, ma siano i camici bianchi a concetrarsi attorno a lui».
Quanto al vertice del 28 luglio previsto alle 9.30 a Palazzo Balbi tra Regione, Comune, Università, Provincia, Istituto oncologico veneto e Azienda ospedaliera, l’auspicio del presidente è che «non si ripetano cerimonie stantie in cui ognuno resta sulle proprie posizioni».
Sabato, intanto, l’Ordine dei Medici terrà al teatro Millepini di Asiago il convegno: «La medicina militare, tra storia, etica e attualità». L’Ordine ha inserito nel codice deontologico dei camici bianchi un articolo dedicato proprio ai colleghi che indossano la divisa dell’esercito.
Il Corriere del Veneto – 17 luglio 2014