“Liberalizzare”, specifica il ministro della Giustizia, “non significa aprire a chiunque una professione, ma togliere gli ostacoli per accedervi”.
Gli Ordini professionali possono tirare un sospiro di sollievo. Il ministro della Giustizia, Paola Severino, parlando oggi con i giornalisti a margine dell’audizione in commissione Giustizia del Senato, dove ha presentato linee programmatiche del ministero, ha infatti escluso che ci sia da parte sua la volontà di abolire gli Ordini. E quando si parla di “liberalizzare”, ha precisato ancora il ministro, “non significa aprire a chiunque una professione, ma togliere gli ostacoli per accedervi”. Questo, in sintesi, il messaggio del Ministro.
“Parole che devono suonare come un fatto positivo per tutti i professionisti”, è il commento a caldo del presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti (Fofi), Andrea Mandelli. Che individua due ragioni di soddisfazione per le parole di Severino: “Non solo perché negano che sia in preparazione la cancellazione degli Ordini, ma perché il Ministro lega correttamente la presenza di una regolazione delle professioni alla qualità del professionista”. Per Mandelli, l’ipotesi di cancellare gli Ordini “porrebbe l’Italia fuori dall’Europa, dove anche i Paesi che non prevedono Ordini professionali in senso stretto, prevedono forme di regolazione secondo la normativa statuale, anche attraverso board e società, in particolare per le attività che incidono su diritti del cittadino di rango costituzionale, come la difesa in giudizio e la salute”.
“Non posso che lodare lo spirito di collaborazione con le parti di cui si è fatto portavoce il Ministro, così come della necessità di affrontare un ammodernamento delle istituzioni ordinistiche. Come è tradizione della nostra Federazione – conclude Mandelli -, siamo stati da subito disponibili al confronto e ci auguriamo che il Governo, in materia di riforma degli Ordini professionali, prosegua con un dialogo costruttivo a tutti i livelli”.
29 novembre 2011