Martina Zambon, Corriere Veneto. Un comunicato congiunto e durissimo. Tutti gli Ordini delle professioni sanitarie chiedono alla Regione di rompere gli indugi e sospendere i sanitari non vaccinati. Quanto alle riorganizzazioni dei servizi, fanno presente che si è già in ritardo rispetto ai tempi della legge. Zaia: «Solo uno stop momentaneo, ora i dg procederanno».
Lo stallo sulle «sospensioni sospese» per i sanitari non vaccinati ormai ha le ore contate. L’accelerazione si è registrata ieri in serata quando, dopo un’intera giornata a cesellare, tutti gli Ordini delle Professioni Sanitarie del Veneto hanno sottoscritto un comunicato congiunto dai toni perentori in cui si chiede alla Regione di procedere senza indugi.
«Una tempesta in un bicchier d’acqua – commenta il presidente della Regione, Luca Zaia -. Abbiamo detto fin da subito che il “congelamento” delle lettere di sospensione per i sanitari non vaccinati era momentaneo. Domani ci sarà l’ultimo passaggio formale con la Conferenza Sanità cui, per il Veneto, parteciperà l’assessore Manuela Lanzarin, per capire se ci sono indicazioni ulteriori e poi immagino che i dg procederanno». A determinare lo stop, oltre alle difficoltà di riorganizzazione dei servizi sanitari lasciati scoperti dalle sospensioni, Zaia ricorda come sia stata la notizia, poi smentita dalla Regione Emilia Romagna, di una sospensiva del Tar emiliano su ricorsi proposti da sanitari No Vax. «Era in tutte le agenzie – specifica Zaia – e c’era il rischio che i tribunali amministrativi accogliessero i ricorsi. È normale, da amministratori, essere prudenti ed attendere eventualmente il testo della decisione del Tar emiliano. Aveva senso aspettare un momento per evitare di fare errori procedurali». Detto questo, il presidente ribadisce che «la legge è legge, punto. E, peraltro, l’applicazione della norma non rientra nelle facoltà del presidente bensì del datore di lavoro, cioè il dg dell’azienda. Le procedure sono tutte completate, pronte per procedere».
Resta, però, il tema della riorganizzazione dei servizi su cui gli Ordini non fanno sconti nella nota unitaria. Medici, infermieri, farmacisti, biologi, veterinari, psicologi, ostetriche, chimici e fisici sanitari, tecnici radiologi e fisioterapisti vanno giù piatti: «Ribadiamo il pieno appoggio in merito all’obbligo vaccinale per tutti i sanitari ed esprimiamo preoccupazione e dissenso in merito alle dichiarazioni della Regione Veneto sul “congelamento” delle sospensioni per motivi organizzativi. La normativa avrebbe dovuto portare ai primi provvedimenti sospensivi già dalla metà del mese di maggio e il tempo intercorso doveva essere dedicato a programmare la riorganizzazione del sistema, visto anche il periodo estivo». Gli Ordini sanitari ringraziano «l’assoluta maggioranza dei colleghi che con senso di responsabilità hanno ottemperato alla legge e si sono vaccinati» e chiedono alla Regione «una immediata inversione di rotta, senza cedimenti a ricatti o pressioni posti in essere da una piccola minoranza di soggetti» e «nella loro funzione di tutela della salute dei cittadini,la comunicazione con sollecitudine ai rispettivi Ordini dei nominativi degli iscritti che hanno rifiutato la prevista vaccinazione, e sono quindi privi dei requisiti per esercitare la professione».
Il presidente Zaia assicura che saranno i direttori a valutare le soluzioni conseguenti alle sospensioni «ma, penso a Vicenza, prima a sospendere, che dichiara 40 dipendenti non vaccinati, di cui 5 medici, su 6 mila. Aggiungo una considerazione. Non vorrei passasse il messaggio che gli ospedali sono un mondo No Vax, il rovescio della medaglia è che la stragrande totalità dei medici si è vaccinata a partire dai medici di base». A quando, quindi, altre lettere di sospensione? «Immagino che i dg che hanno concluso l’iter non abbiano altra soluzione che procedere» conclude Zaia. All’indomani delle piazze gremite di No Vax, si moltiplicano gli appelli alla ragione. Di ieri quello del rettore del Bo, Rosario Rizzuto: «Carissimi studenti, vaccinatevi. Ve lo chiedo con il cuore». E l’effetto Green Pass si nota nel picco di prenotazioni dei giorni scorsi. Aumentano anche le farmacie aderenti alla campagna, sono già 132 in regione. Intanto si contano 407 nuovi casi e un decesso nelle ultime 24 ore. Il Veneto, però, ha fatto il giro di boa: a ieri metà della popolazione risultava vaccinata con due dosi: 2.429.440 persone hanno ricevuto anche il richiamo,il 50,1% dei residenti. Se si calcola la popolazione vaccinabile, la percentuale si alza al 55,5%.